The Zen Circus: dalla strada al palco e ancora sulla strada
Breve storia ragionata del gruppo più busker d'Italia
Che gli Zen Circus siano, in questo 2016 ormai giunto alla conclusione, tornati alla grande, non lo mette in dubbio nessuno. Il gruppo di Pisa ha infatti dato alle stampe La Terza Guerra Mondiale, un disco carico di inquietudini, critica urticante al tempo presente e tante storie da cantare a squarciagola. L’album, uscito come di consueto per La Tempesta Dischi ha riscosso un immediato successo, trainato da quel titanico singolo che è (stato) Ilenia, una delle canzoni non solo migliori de La Terza Guerra Mondiale ma anche dell’intera produzione degli Zen Circus.
Ma dove affondano le radici gli Zen Circus? Senza ombra di dubbio bisogna rispondere nei cortili dei quartieri popolari di Pisa dove, nel 1994, Andrea Appino, attuale leader e cantante del gruppo, decide, assieme al suo amico Marcello “Teschio” Bruzzi di fondare un duo-punk chitarra e batteria. Erano quelli gli anni in cui in Italia come nel resto del mondo letteralmente si assisteva al fiorire della scena alternativa, trainata da gruppi che hanno segnato la storia della musica, specialmente di quella più grintosa, aggressiva ed arrabbiata. E grinta, aggressività e rabbia erano proprio le “stelle guida” che il sedicenne Appino seguiva in quel suo primo esordio musicale. Passano gli anni e nel 1998, dopo aver costruito con “più fortuna che abilità” una sala improvvisata al primo-piano del centro sociale La Pantera di Pisa, Appino e Teschio, che si facevano chiamare The Zen realizzano il loro primo album: About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen e per l’occasione al basso c’era Emiliano “Fufù” Valente. Le cose, dopo un secondo album autoprodotto, vanno abbastanza velocemente e quindi, su iniziativa di Teschio, entra in pianta stabile nel gruppo il chitarrista Massimiliano “Ufo” Schiavelli.
Nel 2000 la partecipazione e la vittoria alle selezioni regionali dell’Arezzo Wave On The Rocks fanno decidere i tre ad investire seriamente nella musica. Dopo la pubblicazione del primo vero e proprio album, Visited by the Ghost of Blind Willie Lemon Juice Namington IV Teschio lascia il gruppo. Viene sostituito da Karim Qqru. Nel 2004 con il nuovo elemento gli Zen Circus, che intanto hanno definitivamente scelto il loro nome, registrano Doctor Seduction, che li fa entrare di diritto tra i nomi di punta della musica alternativa italiana. Il loro suono sempre brutale e sempre molto grezzo, viene ora compensato da una cura, anzi, da una grande cura per i testi, sempre in inglese, ma che raccontano storie di provincia e di vita e vissuta che conquistano via via pubblico e critica. Addirittura Appino un giorno finisce sulla mitica cadillac-rosa di Little Tony e si trova nel bel mezzo di una trasmissione tv con Piero Pelù, Modena City Ramblers, Verdena e Pierpaolo Capovilla. Peccato che mamma Rai non ne abbia lasciato traccia nel web.
Dopo un altro album di ottimo successo, Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo, gli Zen entrano in contatto con Brian Ritchie, il bassista dei Violent Femmes, gruppo a cui avevano aperto un concerto gli stessi Zen. È amore a prima vista tra l’australiano e i pisani tanto che la collaborazione nasce praticamente spontanea. Frutto di quest’unione artistica (ma corroborata anche dall’apporto di Kim e Kelley Deal Jerry Harrison e Giorgio Canali) esce nel 2008 Villa Inferno. Villa Inferno è un punto importante per la loro carriera, perché permette ai pisani di fare alcune comparsate televisive (una su tutta, la partecipazione ad una puntata di Our Noise trasmissione di MTV condotta da Carlo Pastore). Non c’è intervista in cui Appino, Karim e Ufo non sottolineino quanto la cultura-busker, ovvero dell’artista di strada sia fondamentale per loro, proprio perché solo sulla strada riescono a sentire le reali vibrazioni dell’essere uomini, anzi “homini”, un po’ alla toscana un po’ secondo la classificazione scientifica.
Nel 2009 esce Andate tutti affanculo che assieme a Nati per subire del 2011 segna una svolta: i testi di entrambi i dischi sono tutti in italiano e confermano una voglia di Appino di mettersi sempre più in gioco con la scrittura. Tanto è vero che nel 2013 con Il testamento e nel 2015 con Grande raccordo animale Appino sfornerà due dischi da solista di grande, grandissimo successo.
Oggi gli Zen sono in grado di muovere i club e hanno una dimensione di pubblico difficilmente immaginabile anche solo dieci anni fa. Frutto di grande impegno, forza d’urto e completa aderenza con la propria arte, Appino, Karim e Ufo sono diventati un nome non prescindibile nella scena musicale italiana. Sempre e comunque con gli occhi, i muscoli e le orecchie rivolti alla strada: perché in fondo tutti abbiamo un cuore-busker, soprattutto quelli nati a Pisa, abituati come sono a viaggiare per tutto il mondo ed ad essere, regolarmente, mandati tutti “affanculo”.
Stasera gli Zen Circus suoneranno all’Alcatraz di Milano per un concerto che conferma già come uno dei più esplosivi della stagione: siete pronti per i “botti di Capodanno” in netto anticipo?!
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