Ci risiamo. Ancora una volta la Piedmont-wave ha colpito di nuovo. Infatti da questa regione rimasta, va detto, un po’ ai margini di certa scena e cirfuz, negli ultimi tre-quattro anni stanno arrivando una serie di band ed artisti da fare impallidire le classiche roccaforti della musica alternativa che rispondono ai nomi di Emilia Romagna e Lombardia.
Ultimi, ma soltanto per un fattore cronologico e non qualitativo, sono per l'appunto gli Anudo che, in una casa isolata “all'ombra delle Alpi hanno sfornato un piccolo/grande capolavoro dell'elettronica all'italiana: Zeen, uscito per MArteLabel.
Lo diciamo subito, così che il campo venga liberato da possibili malintesi. “Zeen” è un album densissimo con un gusto verso l'elettronica contemporanea che va per la maggiore ma il tutto è virato tramite personali pulsioni e un'attitudine punk che appare il quanto più genuina possibile. Quello che colpisce nell'esordio di Giacomo Oro, Daniele Sciolla e Federico Chiapello sono la qualità delle registrazioni e la scelta nella cura dei suoni, alcuni dei quali dei veri e propri campionamenti ambientali registrati in giro per diverse città europee.
E che il respiro sia quantomeno continentale piuttosto che locale lo si può evincere facilmente dalla seconda traccia, That’s, una canzone dall'atmosfera ultra-cool, che si articola attraverso una sorta di downtempo hip-hop ma che non abbandona mai una certa ideologia del punk ballabile che sembra essere la cifra stilistica esclusiva del gruppo piemontese. Anche la traccia successiva, Just si dipana attraverso medesime coordinate. Questa canzone è stata particolarmente importante per gli Anudo, dato che gli ha permesso, la scorsa estate, di partire per un lungo tour, dalle coste italiane alle città più importanti della Germania.
Ecco che quindi, tramite suoni digitali pettinatissimi si direbbe, gli Anudo sono il perfetto esempio di band che, per parafrasare Arbasino, ha già fatto la gita a Chiasso cioè, per attitudine e proprie esperienze personali, è già proiettatata all'internazionalità. Internazionalità che può essere perfettamente riassunta in Fools, il secondo singolo dell'album e che, gli stessi Anudo, hanno avuto modo: «L'unione di tre nostre stelle polari: il clubbing, il cognac e l'hangover». Ed allora, brindando con una coppa di buon vino piemontese, non ci resta che esclamare: Prosit e che si diano avvio alle danze.