C’è un comun denominatore che lega gran parte delle religioni del pianeta. Per gli ebrei si chiama Kapziel, per i musulmani Azrael, per gli scintoisti Enma, i cristiani hanno Samael e i buddhisti Yama: sono gli angeli della morte, spiriti addetti ad accompagnare l’anima degli uomini nell’aldilà.
Incontrare questo spirito nella piccola sala del Teatro Studio Uno è stata una sorpresa, soprattutto perché non ha le caratteristiche che ci si aspetta da un angelo. Non è biondo, non ha occhi azzurri né morbide ali di piume. L’Angelo di Lorenzo Guerrieri è uno strano essere grottesco che si muove in maniera goffa, si esprime con suoni gutturali ed è in balia di un’adolescente capricciosa, Margherita (Eleonora Gusmano).
Xenofilia (regia di Lorenzo Ciambrelli) è una favola nera che di fantastico ha solo la personificazione dell’Angelo “sbattuto” sulla terra per portare nell’aldilà l’anima di una ragazzina, intenta per lo più a procacciarsi like sulla sua pagina facebook per autocompiacersi; talmente assorta nel suo mondo da non accorgersi di ciò che le sta per capitare.
Come Elliot, il protagonista di E.T., Margherita crede di aver trovato un alieno e lo porta nella sua cameretta, dove cerca di educarlo, civilizzarlo, abituarlo al mondo terrestre. La cameretta dell’adolscente è assai curiosa: un ammasso di scatoloni e bambole, vecchi libri e peluche. Un limbo in cui gli oggetti, nelle mani dell’ “Alieno”, si animano e fanno rivivere i protagonisti della vita della ragazza. Padri assenti e amori non corrisposti compongono, così, non solo il ritratto di Margherita ma anche quello di una generazione sempre più annoiata e depressa, alla disperata ricerca di un’identità.
Ecco allora che in un mondo confuso tra realtà e finzione, troviamo un mondo di giovani che cercano di costruirsi un’immagine accettabile per una società qualunquista e sempre più mediocre, mentre il culto della propria personalità diventa una religione a cui ci si converte in maniera incondizionata, sperando che il Dio del proprio Ego realizzi il desiderio di essere finalmente accettati dal Giudizio degli altri.
Nessun finale al lieto fine alla Walt Disney per questa favola della Compagnia Xenos . Solamente la scoperta dura e amara di una realtà che non fa sconti a nessuno.
Teatro Studio Uno, Roma – 2015