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X-Men: Giorni di un futuro passato – Bryan Singer

Gli X-Men, riuniti per salvare la pelle e il futuro del pianeta, devono opporsi alle terribili Sentinelle, progettate negli anni Settanta per far fronte alla minaccia di uno strapotere dei mutanti. L’unico modo per sconfiggerli sembra essere quello di tornare nel passato per modificare le scelte che hanno portato a tutto ciò. Saremo destinati a un futuro buio e desolato o potremo cambiare il nostro destino? Il futuro è davvero già scritto? La risposta, ovvia, nel film.

Tu puoi cambiare il tuo futuro. Yes, you can. Eccolo il solito straordinario messaggio calvinista americano, ripetuto sempre e ovunque, messaggio, ammonimento, imperativo su cui sono nati e cresciuti gli Stati Uniti d’America. In questo film il potere di cambiare il futuro diviene ancora più concreto, realizzandosi in un potere che trasporta le menti nel passato. Se oggi siamo amici ma ci stanno per uccidere tutti, possiamo provare a diventare amici nel nostro passato, così da cambiare il nostro futuro. Bella idea. Sotto a questa trama non c’è nient’altro. Sopra a tutto c’è la magia di infiniti effetti speciali che stupiscono e a volte assordano.

La storia si sviluppa contemporaneamente nel futuro, in cui i mutanti riuniti in pacifica collaborazione, incluso il gran nemico Magneto, sono concentrati a combattere le Sentinelle, enormi robottoni, violenti e invincibili, capaci di mettere in pericolo la loro stessa esistenza. In questo rumoroso scenario futuristico la strategia di difesa dei mutanti, che sembra funzionare meglio, è quella di continuare a fuggire, attraverso finestre spazio temporali che permettono di sparire e riapparire poco più in là. Spettacolare, insieme al ghiaccio, al fuoco, al metallo e a tutti i superpoteri dei mutanti che scaricano copiosamente contro gli avversari. Gli artigli di Logan, rispedito negli anni Settanta, sono invece messi al servizio della storia, per cambiarla. E, nel tentativo di cambiare il futuro, si compie un’ironica (almeno così è percepita dal pubblico in sala che ride a crepapelle) rilettura del passato, rivelando, ad esempio, che il compianto presidente Kennedy era in realtà un mutante.

Mentre Magneto combatte contro l’umanità, Raven (il lucertolone blu con poteri trasformisti) sfida lo scienziato pazzo che progetta le future Sentinelle antimutante, e i mutanti tutti si battono, rivendicano il loro diritto ad essere diversi, motivo ispiratore alle origini della creazione dei longevi fumetti Marvel. Trasportato il tema nobile, e le storie, al cinema, i contenuti appaiono imbarazzanti, mentre si salva lo spettacolo visivo, che ci porta a New York, Mosca, Saigon, Parigi e in Cina, tra levitazioni di stadi, mutanti velocisti e visioni apocalittiche.

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