Woody Allen
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Sesso, filosofia, religione e morte. Sono questi i capisaldi del cinema del regista newyorchese; prima comico e autore, poi attore, sceneggiatore e regista. Woody Allen, classe 1935, è già da anni diventato un’icona. Il suo cinema è caratterizzato per metà dalla commedia e per metà dal dramma. Allen è versatile: scrive, interpreta, dirige, suona. Si trova a suo agio tanto dietro quanto davanti la macchina da presa.
A mio avviso la sua filmografia (sconfinata) è riassumibile in quattro, fondamentali, splendidi, lungometraggi: il duo composto da Manhattan e Io e Annie, l’atipico Crimini e misfatti (ideale punto di contatto tra generi, così come il meno riuscito Melinda e Melinda, girato nel decennio successivo) e Match Point: la rinascita del nostro quando tutta la critica lo credeva ormai finito.
A settembre è uscito un bel documentario che si intitola, semplicemente, Woody racconta la vita del cineasta in modo sincero e diretto, senza fronzoli. Questa testimonianza insieme al libro monumentale di Eric Lax (intitolato Conversazione su di me e tutto il resto) sono gli approfondimenti migliori che può affrontare chi, negli anni, è rimasto affascinato dalla cinematografia del raffinato, celebrale e cinico regista.