Ci sono artisti e band che faticano a superare i confini della propria patria. È il caso dei The Coral, gruppo attivo dalla metà degli anni Novanta, convenzionalmente inglobato nell'ondata brit pop nonostante la direzione intrapresa fosse orientata verso un folk con forti tinte psichedeliche. Band di tutto rispetto nella loro Inghilterra, è ricordata nella nostra penisola per “In the Morning”, singolo-tormentone del 2005; e per aver aperto, nello stesso anno, le date italiane degli Oasis. Tra i membri fondatori del gruppo c'era l'allora tredicenne chitarrista Bill Ryder-Jones che, dimessi i panni di enfant prodige, è ormai concentrato da qualche anno sulla sua carriera da solista.
West Kirby County Primary, il suo ultimo lavoro, arriva dopo le sperimentazioni neoclassiche di If (2011), album ispirato al romanzo di Calvino “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, e al disco di ballate a suon di chitarra, piano e voce di A Bad Wind Blows in My Heart (2013). In questo nuovo lavoro, le intenzioni di Bill Ryder-Jones sono di distanziarsi definitivamente dalle sperimentazioni del primo e, allo stesso tempo, di superare (almeno in parte) la formuletta da songwriter del secondo, per concedersi scorribande elettriche atte a creare un clima meno intimista e (leggermente) più solare.
Su questa linea, infatti, potremmo collocare Two To Birkenhead, con i suoi riff ben assestati; Catharine and Huskisson, ballata elettrica interpretata con voce graffiante; Let’s Get Away From Here e Wild Roses, che con il loro andamento discontinuo richiamano dei Weezer più soft e cupi; e You Can't Hide a Light With the Dark, il brano più luminoso dell'intero disco con chitarra e ritmica che ricordano i primi Strokes (Someday). Un cambio di rotta deciso, ma non troppo, perché i momenti più riusciti rimangono quelli più tetri, in cui l'essenzialità della combinazione voce-chitarra ritorna dal passato per diventare linfa vitale dei suoi testi più intimi. Stiamo parlando di Tell Me You Don’t Love Me Watching, brano che con i suoi arpeggi apre l'album; Daniel, pezzo struggente scritto a seguito della tragica scomparsa del fratello; o Seabirds atto conclusivo in cui delle parole appena sussurrate si posano sulle poche note di chitarra.
Un album che mette in luce, una volta per tutte, il talento cristallino di Bill Ryder-Jones. Una conferma ma anche uno stimolo a non accontentarsi e andare avanti, perché il musicista di Lancashire ancora non ci ha regalato il suo capolavoro. Ma siamo certi che arriverà presto.