Un rapporto del CENSIS, Centro Studi Investimenti Sociali., di qualche anno fa sullo stato del giornalismo italiano si intitolava Manutenzione dei Luoghi Comuni. Il rapporto evidenziava come nella cronaca quotidiana di eventi di per sé poco importanti, i giornalisti facessero appunto manutenzione di quello che già si sapeva, per renderlo di volta in volta appetibile al lettore del quotidiano. Era riferito al giornalismo, certo, ma si può tranquillamente applicare anche a quelle produzioni che si occupano di rinverdire il panorama delle commedie romantiche, per esempio, senza apportare grandi novità del genere. Ne deriva che i film in questione non verranno certo ricordarti negli annali della storia del cinema, ma fa sempre piacere fare un ripasso dei Nostri Luoghi comuni, perché appunto ci raccontano quello che siamo e come lo siamo. Un amore senza fine assolve egregiamente proprio questo compito, recuperando un film di Franco Zeffirelli del 1981 con Brooke Shields e Martin Hewitt di discreto successo all’epoca e facendone un remake molto musicato e spesso troppo sdolcinato che si concede qualche sorpresa di trama nella parte finale.
La storia è quella di Jade Butterfleld (Gabriella Wilde), nome omen della leggiadra e silenziosa bionda che da molto tempo abita i sogni del 17enne David (Alex Pettyfier). È una benestante che finisce per innamorarsi della semplicità e della forte personalità del ragazzo medio, quello della porta accanto che nello stereotipo romantico americano ha anche un fisico da modello. Inutile dire che nella figura del padre della ragazza, iper-protettivo e pianificatore al limite della sopportazione si nasconde il prototipo dello Shakesperiano Capuleti: Bruce Greenwood si trova particolarmente a suo agio nella figura del padre freddo e risoluto. Inutile davvero, perché la storia è tutta qui: due si innamorano, il padre di lei non vuole, ritiene che lui non sia abbastanza per lei e li ostacola. Fine.
Quello che però risalta in questo film è proprio quella piacevole sensazione di già visto, quella che ci fa prevedere come andrà a finire questa storia, quella che infine viene quasi contraddetta dai colpi di scena finale. Il lieto fine c’è, non abbiate timore, e arriva a concludere una pellicola che registicamente non ha nulla da dire, stilisticamente rispetta pedissequamente i canoni dell’Hollywood romantica che tanto ci piace. Passati i titoli di coda, avrete scambiato qualche bacio appassionato in più con il/la vostro/a compagno/a, potreste perfino sentirvi un po’ più romantici del normale, perché come manutenzione dei luoghi comuni può andare più che bene.