«Ahimè, guarito. E non c'è più l'inferno.
Lei è qui accanto addormentata.
Ma allora dovrei essere felice. Sono felice? No.
Stanchezza, vuoto, malinconia, una di quelle malinconie gigantesche
che lo prendevano da ragazzo in sul far della sera [
].
Ecco la spiegazione, sono finiti l'affanno la gelosia la disperazione
ma insieme si è esaurita la tempesta. [
]
Fuoco che ha finito di bruciare, nuvola che ha fatto pioggia
e la nuvola adesso non c'è più, musica giunta all'ultima nota
e dopo altre note non verranno, stanchezza vuoto solitudine»
[Un amore, Dino Buzzati]
Può essere l'amore, questo sentimento tanto totalizzante e, al contempo, così impalpabile quanto concreto, essere triste, non nel momento del suo incancrenirsi, del suo creparsi e della sua, inesorabile, fine ma quando sta per nascere e cresce forte e si dipana con gli occhi spalancati nel mondo? Da questa grande domanda (a cui, francamente, è difficile dare una risposta) nasce Un amore, il nuovo album dei Marcello e il mio amico Tommaso, in uscita per Noia Dischi il prossimo 26 ottobre.
I Marcello e il mio amico Tommaso hanno abbandonato le atmosfere più intime e nu-folk del primo album, per abbracciare un suono più maturo e, guarda caso (visto l'argomento trattato), più globale ed ampio, con una formazione che conta anche un violino, un violoncello, batteria, basso, chitarra ed anche un organo elettrico.
Ecco che allora canzoni come Neko Case, evidente hommage alla storica cantante dei The New Pornographers con il supporto di questi strumenti, diventano forti, potenti e dove i testi dolce-amari cantanti da Marcello Enea Newman e Adelaide Albinati s’inseriscono perfettamente, creando un'atmosfera di tristezza gioiosa vera e propria cifra stilistica di “Un amore”.
L’LP prende il nome dal celebre romanzo di Dino Buzzati e come per l’opera dello scrittore di Belluno, anche in questo caso si prende in esame la storia di un amore tra una lei e un lui: tutto molto classico, almeno all'apparenza, se però non fosse che i Marcello e il mio amico Tommaso optano per un immaginario tutto molto particolare, «Forse posso vivere solo in canzoni / forse a riparo dei tuoi dischi / Salvami anche questo volta Neko Case / puoi piangere per far rimare i dolori miei» così si canta nella già citata “Neko Case” (il prossimo singolo in uscita questo ottobre e già un possibile inno) ma anche in Nausica, racconto di una sbandata per una studentessa americana, si mescolano gli elementi, si va dal grunge al post-punk, tutto ciò mediato da sicuri riferimenti ora ai Diaframma ora ad esperienze italiane più recenti, come I Cani o Thegiornalisti.
Insomma i Marcello e il mio amico Tommaso, dopo una trasformazione piuttosto radicale rispetto all'album precedente (come si può leggere in questa bella intervista), Nudità (42 Records) prendono il meglio del meglio della musica italiana di questi anni e lo combinano con una cifra stilistica autonoma e perfettamente riconoscibile. Piccole vicende di piccole vite raccontate con tutta l’onestà possibile di scrivere una canzone su una storia andata a finire male: il quinto pezzo, La sola coppietta del mondo, in questo senso, è la migliore colonna sonora per la nostra più bella sconfitta d’amore.