Juliàn (Ricardo Darìn) è un affermato attore madrileno, divorziato, con un figlio studente fuori sede ed un cane, che adora come un figlio. Quando scopre di avere un male incurabile, non si fa prendere dalla disperazione. Al contrario si organizza per definire le ultime formalità e, tra queste, la scelta della famiglia adottiva che potrà assicurare al cane Truman un’adeguata cura. Verrà a trovarlo dal Canada per solo quattro giorni l’amico di sempre Tomàs (Javier Càmara), che lo aiuterà con grande discrezione e affetto nel suo ormai breve percorso di vita. Sarà per entrambi un'esperienza forte e indimenticabile.
Tramortito dal titolo e dalla locandina, Truman è un film inaspettatamente bello. Lontano dall'essere una commedia stupida con al centro un cane, il film racconta, con grande sensibilità e semplicità, una dolorosa storia umana. Premiato con cinque Goya, il più prestigioso riconoscimento cinematografico in Spagna, Truman ha visto riconosciuto pubblicamente il valore della storia, della regia e dei suoi interpreti, primo fra tutti Ricardo Darìn, già visto in un'interpretazione di grande livello ne Il segreto dei suoi occhi.
È il suo personaggio a brillare, più di tutti, per verità e naturalezza. Colpito da una malattia incurabile, Juliàn non teme la morte. La accetta. E si prepara per accoglierla, senza disperarsi, senza perdere il controllo. Anzi, mantenendo lucidità e spontaneità. Fino a sfidare con le parole gli sguardi attoniti di chi nell'imbarazzo cerca di evitarlo. Darìn dà il volto ad un personaggio vero. Vere sono le sue parole, vere le sue espressioni, vere le sue paure che mostra con pudore, combattuto tra il silenzio e la necessità di parlare. Davanti alla morte egli sente l’impellente bisogno di fare i conti con la vita, e i suoi affetti.
Nel descrivere il rapporto fraterno tra i due protagonisti il regista Cesc Gay dà il meglio di sé, componendo un elogio magistrale all'amicizia sincera, quella che non ha bisogno di parole, quella che si ferma prima dell'invadenza, quella che si costruisce sulle differenze e si alimenta di emozioni, ricordi, bisogni e riconoscenza. Un’amicizia struggente ed esemplare che inumidisce gli occhi dello spettatore. Gay in realtà non fa nulla per cercare di commuovere chi guarda ma, nonostante questo, ci riesce benissimo.
In questo film da scoprire, un plauso va anche a Javier Càmara, l'opposta metà di questa amicizia dolorosa, che con pochi gesti e poche parole contiene il suo triste e malinconico grido per trasformarlo in una sobria, sensibile e attenta solidarietà verso l’amico di una vita.
Tra i due amici si inserisce con delicatezza Truman, il buon cane che dà il titolo al film. Protagonista catartico dell’attenzione di Juliàn, Truman è al tempo stesso oggetto di amabili cure filiali e oggetto transazionale capace di rubare al padrone l'attenzione verso il male che lo sta consumando. Anch'esso a suo modo un grande amico, per tutta la vita.