Tradire senza crederci
Al Traetta la ‘Commedia degli errori’ ibrida dei Fatti d’Arte
L’arte e l’artista hanno (quasi) sempre tenuto conto del proprio pubblico di riferimento, talvolta coccolandolo troppo. Ci sono state e ci saranno eccezioni, certo, ma la considerazione è innegabile. Di recente, proprio in Puglia, qualcuno che proprio non ti aspetti ha sollevato la questione con metodi e risultati quantomeno discutibili. Stiamo parlando di Riccardo Scamarcio che, durante una conferenza dell’ultima edizione del Bif&st, si è reso protagonista di una polemica nei confronti del pubblico. Tentando di imitare Carmelo Bene e “sbrodolandosi” qua e là, l’attore pugliese ha cercato di lanciare una provocazione sulla libertà dell’artista e sul peso specifico del pubblico a teatro o al cinema. Una sfida lanciata (male), ma che ha lasciato aperto un dibattito: quanto è importante il pubblico per un artista o una compagnia, specie di giovane età?
D’altronde ne era consapevole anche William Shakespeare, incommensurabile drammaturgo e poeta ma anche “commerciante” delle proprie opere. Se le commedie, i drammi, le tragedie non fossero piaciute al pubblico, di certo non avrebbero trovato sbocchi sul mercato. Concetto ben chiaro già ai suoi esordi, ossia in quella Commedia degli equivoci annoverata tra le sue prime commedie. I riferimenti a Plauto (Menecmi e Anfitrione) e a Terenzio presenti nella Commedia sono evidenti, ma il drammaturgo inglese riesce comunque a distaccarsene e a trasformare l’idea di commedia “classica”: eliminando alcuni personaggi e temi, Shakespeare modella e attualizza le opere di riferimento in modo da renderle più accessibili al pubblico dell’epoca; tradendo di fatto le fonti, ma nella sua accezione etimologica che abbiamo imparato a dimenticare (tradire = dare, consegnare). Compromesso sempre auspicabile, e Shakespeare era senza dubbio geniale nell’attuarlo.
Ora. La messinscena della Commedia degli equivoci firmata dai Fatti d’Arte (regia di Raffaele Romita) ha concluso l’ormai abituale settimana bitontina dedicata al Bardo e organizzata dalla stessa compagnia pugliese. In una scena geometrica, prende vita il dramma di Egeone (Arcangelo Grumo), commerciante siracusano arrestato a Efeso, che racconta la sua storia in vista della sua imminente condanna a morte. Ma quella che si apre come una tragedia si trasforma ben presto in commedia con l’omonima doppia-coppia gemella composta da figlio e servo (Nicola Cosimo Napoli e Savino Somma) che si ritrova a Efeso facendo uscire di senno Adriana (Mariantonia Capriglione) e la sua biondissima sorella Luciana (Liliana Tangorra). Alla fine, ovviamente, i vari riconoscimenti ristabiliranno l’odine donando il lieto fine.
Equivoci, farse, comicità slapstick sono gli ingredienti che caratterizzano una messinscena dall’alto contenuto comico. Gli attori si divertono in scena e il loro affiatamento gli consente di fronteggiare anche qualche problema tecnico. E dall’altra parte il pubblico si diverte e ride di gusto. Una vera e propria festa in pieno stile elisabettiano. Missione compiuta, si direbbe. Ma…c’è sempre un “ma”. In questo caso sono gli intermezzi che tratteggiano i cambi scena. In essi, infatti, i giochi cromatici diventano più marcati, la musica elettronica di sottofondo è assordante, i volti dei protagonisti, fuori dal contesto farsesco, diventano corrucciati, vendicativi, livorosi. Finalmente Shakespeare ci parla, i tempi sono cambiati, le relazioni famigliari sono diverse così come lo è il rapporto uomo/donna: ecco il tradimento.
Ma sono soli intermezzi che occupano una parte relativamente esigua dello spettacolo. Perché fermarsi a questo? Forse per il pubblico del Teatro Traetta, abituato, stagione dopo stagione, a uno stile più tradizionale in cui non è raro ritrovare attori del piccolo o grande schermo prestati al palco teatrale; o forse per restare il più possibile fedeli al clima elisabettiano creato durante la settimana shakespeariana; o ancora, forse, perché la compagnia non ha voluto osare e tradire fino in fondo il Bardo. Peccato, perché invertendo le proporzioni forse La commedia degli errori avrebbe qualcosa in più da dirci, oggi.
Ascolto consigliato
Teatro Traetta, Bitonto – 29 aprile 2017