Ci sono serate che fanno bene alla musica. Serate in cui almeno una tra quella miriade di band emergenti che ci sono in circolazione anima un locale con la propria passione ed il proprio talento. Una di queste serate ha avuto luogo venerdì 6 novembre all'Ittolittos di Milano, e una delle band che l'ha animata è stata quella dei Tourandoe.
Il gruppo, formatosi nell'hinterland milanese nel 2008, ha proposto una scaletta di otto canzoni più una (quest'ultima aggiunta su richiesta del pubblico) sullo stile di quel rock tipicamente inglese che vede tra i suoi principali esponenti artisti come David Bowie, Beatles e Queen. Allo stesso tempo, però, ogni singolo pezzo non manca di quell'elemento di originalità che lo distingue dagli altri. Così, non solo possiamo ascoltare il classico brano rock easy listening (Run Away), ma anche canzoni dalle sonorità country blues (Araby) o magari più tendenti al pop (Inner Music). Una menzione a parte la meritano Lobotomy e Summer Raindrop Rhapsody, probabilmente i brani meglio riusciti dei Tourandoe: in entrambi i casi la linea melodica è stata cucita ad hoc su titolo e testo. Infatti, mentre la base cantilenante di Lobotomy non può che ricordare lo stato psicofisico conseguente questa pratica chirurgica (reale o metaforica che sia), la chitarra piangente suonata in Summer Raindrop Rhapsody richiama perfettamente il cadere malinconico delle gocce di pioggia.
Eppure un live non consiste soltanto in ciò che si suona, ma anche in come lo si suona. La presenza scenica. Non basta essere tecnicamente abili, bisogna anche saper trasmettere calore a chi ascolta, coinvolgere il pubblico, sapersi muovere sul palco: insomma, bisogna saper fare spettacolo. E i Tourandoe, tenendo a mente che si tratta pur sempre di una band emergente, nel loro piccolo ci riescono, forti anche della buona alchimia tra i diversi membri del gruppo.
Si tratta insomma di una band con un forte potenziale, che ovviamente può e deve ancora migliorare, soprattutto considerando che il continuo perfezionamento delle proprie capacità è, o almeno dovrebbe essere, per natura insito nella musica e nell’arte in generale. Senza dubbio, però, le basi ci sono, e sembrano anche molto solide.
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