Non so se i TheGiornalisti (band romana formata da Tommaso Paradiso, Marco Primavera, Marco Antonio Musella, Emanule Guidoboni) avessero le idee chiare sul loro progetto quando hanno formato il gruppo, ma se provate ad ascoltare il loro disco di debutto TheGiornalisti Vol. 1, capirete quanto la scelta del nome sia più che azzeccata.
Il The davanti a Giornalisti rispecchia perfettamente le sonorità indie-rock internazionali della loro musica (indie inteso come varietà di contaminazioni che caratterizza il loro rock) che si va a fondere con il loro animo più italiano, ovvero quello cantautoriale. E da bravi giornalisti raccontano in modo efficace la quotidianità con una freschezza e genuinità non comune. Il disco potremmo definirlo una somma riuscita di forma, stile e contenuto.
L’apertura dell’album (uscito per l’etichetta indipendente Boombica) è affidata a Siamo Tutti Marziani, pezzo in stile low-fi ma dalla struttura quasi post-punk, quasi una sorta di favola nera che racconta tutte le categorie bistrattate nel nostro paese e la ricerca di un posto nel mondo: Tornate pure alle vostre case / Stranieri, stranieri, dottori, idee geniali / qui non c’è posto.
Una canzone per Joss è un tuffo negli anni ’60 musicalmente parlando: è un pezzo dalla sofisticata e malinconica spensieratezza (a parte i la la la, decisamente evitabili); una tocco di psichedelia invade la successiva Autostrade Umane, la più poetica tra le tracce dell’album (“Che siamo uomini non tanto per il fatto che si muore / ma perchè usiamo le parole per comunicare / fare in modo che le parole siano ponti da lanciare che collegano milioni di autostrade umane”) e con uno degli arrangiamenti più curati (soprattutto per quanto riguarda il back vocabb3