Si può aggiungere qualcosa ad una carriera che ha, di fatto, rivoluzionato nel profondo (e molto probabilmente lo sta ancora facendo) non soltanto il mondo della musica nel particolare ma anche i concetti filosofici che stanno alla base di questa arte? La domanda è da porsi obbligatoriamente quando si parla di Brian Eno, uno dei massimi esponenti del verbo creare, l'inventore della ambient-music e continuo ed eterno sperimentatore dei suoni e delle tecnologie applicate ad essi.
L'ultima sua creazione in ordine di tempo è l'album The Ship< uscito, come anche i suoi ultimi, per Warp Records. “The Ship” è un lavoro che al contempo distrugge e rinnova il concetto stesso di album con canzoni/non canzoni, come la title-track, The Ship, dalla durata di poco più di ventun minuti, che, oltre alle classiche atmosfere sognanti e oniriche di casa Eno, ci dona anche a livello narrativo un capitolo molto interessante, verrebbe da dire sorprendente se non suonasse quasi blasfemo.
Per spiegare la genesi del suo album infatti Brian Eno ha avuto modo di dichiarare: «Stavo pensando a quei vasti campi di terra agonizzante in Belgio durante la Prima Guerra Mondiale e l'immenso e profondo oceano dove il Titanic affondò, e a quanta poca differenza fece tutta quella speranza e delusione umana». Esse persistono e noi passiamo in una nuvola di chiacchiere. Questo campi di terra agonizzante oppure il profondo oceano sono evocati perfettamente in questi quattro episodi musicali, così freddi e minimali da parere essere stati scritti da qualche entità aliena ma che poi, ad un ascolto più attento, si rivelano umani, troppo umani. I riverberi, gli echi, i suoni che provengono da una galassia lontana lontana, marchio di fabbrica della produzione di Eno, ci sono tutti (ed anche a livelli che, francamente, non si ascoltavano da parecchio tempo).
Ma la cosa in più, lo scatto, per usare un termine ciclistico, è l'umanità serpeggiante nei componimenti. Eno, il supremo extraterrestre della musica mondiale, colui il quale ha fatto suonare il nulla, si scopre come tutti noi: un essere umano gettato su questa terra grama che tenta di osservarla con gli occhi e le orecchie ben spalancante.