Dal regista premio Oscar Ron Howard, un film evento sui quattro ragazzi di Liverpool che hanno conquistato il mondo. Il racconto delle imprese (live e non) della band dai primi giorni ai concerti che hanno fatto la storia della musica, dai tempi di Liverpool fino allo storico Candlestick Park di San Francisco. La storia dei Fab Four, diventati quel fenomeno straordinario che tutti conosciamo come i Beatles. Preziosi filmati rari e inediti esplorano il dietro le quinte della band, il modo in cui prendevano le decisioni, creavano la loro musica e costruivano insieme la loro carriera e mostrano l'incredibile personalità e lo straordinario dono musicale che caratterizzavano ciascuno di loro.
Il docufilm approfondisce il come e il perché di questo fenomeno, con l’aiuto di tanto materiale affascinante e inedito, ed è dedicato soprattutto a coloro che non c’erano. È davvero emozionante sentire le voci dei vari Paul, John, Ringo e George nei mitici studi di Abbey Road, il luogo collante della loro fantastica storia. Viene dato – probabilmente volutamente – ampio risalto ai momenti migliori della loro carriera, non si parla mai di dissidi fra di loro, così come non si arriva all'omicidio di John e alla presenza ingombrante di Yoko Ono. Un tuffo nel passato e nella memoria, dove pian piano si capisce come e perché si è costruito il mito, attraverso di testimonianze di personaggi e giornalisti dell'epoca; si esplorano le dinamiche dei Beatles come band – la loro fu una specie di fratellanza – ma anche come individui; perché crebbero molto, e cambiarono fortemente dopo essere stati messi alla prova come individui e come gruppo.
Un'altra voce chiave del film è quella del giornalista Larry Kane. Quando aveva 21 anni e faceva il reporter, Kane accompagnò i Beatles in ogni tappa del tour statunitense, tra il 1964 e il 1965: una storia davvero di altri tempi, sentire la sua voce al telefono, come inviato al seguito della band, è davvero fuori da ogni regola contemporanea.
Uno degli aspetti affascinanti della storia dei Beatles è la convergenza tra la loro popolarità esplosiva e i cambiamenti sociologici che avvennero all'epoca; la passione, la creatività e l'inesauribile energia della band erano proprio ciò di cui la gente aveva bisogno. In ciò, la vera sorpresa è scoprire anche quanto fossero divertenti: nelle interviste, o anche solo quando parlano.
Ron Howard riesce a catturare tutto questo nel film, con l’aiuto di un gran lavoro di postproduzione: migliorare sia il video che l’audio delle registrazioni è una delle cose che rendono il film così innovativo, il sottofondo costante costituito dalle grida e dal rumore della folla, grazie alla tecnologia, ha permesso di isolare le urla, abbassandone il volume per sentire meglio la musica. La chicca finale è costituita dai 30 minuti esclusivi della storica performance allo Shea Stadium di New York del 15 agosto 1965, in quello che fu il primo concerto rock di fronte a più di 55.000 persone.