TFF 36 – Il cinema sotto la mole #4
Bad Poems di Gábor Reisz – (Torino 36)
Il secondo lungometraggio del regista ungherese Gábor Reisz racconta la storia di Tamás (Gábor Reisz) un trentatreenne lasciato dalla fidanzata. Da quel momento Tamás inizia a ripensare a tutta la sua vita che gli scorre davanti agli occhi in un vortice di ricordi provenienti da diversi periodi della sua esistenza. Il Tamás del presente si trova faccia a faccia con il se stesso bambino, adolescente, ragazzo, rivede le sue relazioni e i rapporti con la famiglia. Gábor Reisz è regista, sceneggiatore e interprete di un film sui ricordi e sull’amore che richiama la struttura narrativa caotica di Eternal Sunshine of the Spotless Mind. In Bad Poems il ritorno al passato è un viaggio surreale all’interno della mente dove la messa in scena e il montaggio contribuiscono a creare una dimensione onirica in cui la memoria si muove disordinata e si sovrappone alla realtà.
Unthinkable di Crazy Pictures – (After Hours)
Nella sezione After Hours c’è anche il bizzarro film del collettivo svedese Crazy Pictures che con Unthinkable realizza il suo primo lungometraggio. La storia ruota attorno a un misterioso attacco terroristico nei confronti della Svezia. Durante questa vera e propria apocalisse, il protagonista Alex (Christoffer Nordenrot) si trova a fare i conti con il proprio passato. Unthinkable inizia come un film drammatico e prosegue come un disaster movie in cui uno dei pochi elementi degni di nota sono gli spettacolari effetti speciali. Infatti, mentre i momenti catastrofici hanno un efficace impatto visivo, le parti melodrammatiche risultano goffe e involontariamente comiche così dalla metà della storia fino alla fine non è chiaro se l’intento del film sia volutamente ironico o se invece Unthinkable si prenda troppo sul serio. (Giulia Bona)
El Reino di Rodrigo Sorogoyen – (After Hours)
Sesso, soldi e potere. Sono questi i tre valori fondamentali della vida loca di Manuel López-Vidal (Antonio de la Torre), membro di un importante partito spagnolo nei primi anni duemila. Ma il prezzo da pagare per vivere come un re spesso è troppo alto. Denunciato da un collega, Manuel si ritrova all’improvviso allo sbando: devastato agli occhi dell’opinione pubblica, in crisi con moglie e figlia e indagato dalla procura. Determinato a uscirne il più pulito possibile, l’integerrimo politico corrotto si ritrova invischiato in una spirale di violenza che lo conduce alle azioni più efferate, nel disperato tentativo di smascherare la rete di scandali che coinvolge tutta la Spagna. Fra momenti degni di un thriller Hollywoodiano riflessioni amare sulla corruzione di un sistema molto più grande del singolo individuo, il film di Rodrigo Sorogoyen (Che Dio ci perdoni, 2016) forse è un po’ noioso, forse in altri momenti pecca di scelte artistiche un po’ troppo furbe, ma non manca di risvegliare un argomento sempre attuale – intrecciando la questione politica con la sua controparte mediatica, fra giornalisti e direttori di rete non sempre cristallini e vicini alla “voce del popolo”. Suona familiare? (Stefano Monti)
Mandy di Panos Cosmatos – (After Hours)
Blu e rosso sono i colori di una foresta psichedelica in cui abitano Red e Mandy, completamente persi nel loro amore. Purtroppo il loro idillio ha una fine quando degli improbabili “estremisti religiosi” decidono di irrompere nella loro casa e per Red nulla sarà più come prima. Panos Cosmatos al suo secondo lungometraggio ci regala il delirio di una vendetta che ha il sapore di un action movie anni Ottanta, con musiche che si avvicinano al Vangelis di Blade Runner ed effetti speciali che strizzano l’occhio a Carpenter. Andre Riseborough è la muta musa di un Nicholas Cage sfrenatamente violento e sopra le righe. La lotta tra il bene e il male non è mai stata così lisergica, epica e divertente allo stesso tempo. (Marco Perna)