Una stagione indefinita, a metà strada tra una primavera che tarda a venire, l'inverno del nostro scontento, l'autunno tanto sospirato e un'estate che è indiana per forza. Questo il clima, temporale e atmosferico, che governa Sunday, il disco di Was, uscito per DeAmbula, l’onnipresente e sempre ricca di gemme Costello’s e Tiny Speaker.
Was infatti sembra quasi danzare tra le mille gocce (di pioggia, di umore o di lacrime fate voi) che compongono le otto canzoni del disco. Disco di Andrea Cherchi aka Was che è appunto questo: un trascolorare delle nubi della propria coscienza, attraverso suoni elettronici, ora algidi ora caldissimi, comunque provenienti da qualcosa di talmente tanto non umano da divenire parte di noi stessi, come un device tecnologico di cui non possiamo fare più a meno.
Funny Mate, la terza canzone, è utilissima per comprendere l'intero svilupparsi dell'album. Fanny Mate vive su una linea vocale sussurrata, quasi sognante, appunto aerea e gassosa, proprio come una nube peregrina sui nostri pomeriggi. E questo mood in biblico, tra il sereno e il piovoso, tra il triste e l'allegro, tra la preoccupazione e l'incoscienza prosegue anche con Sleep, il singolo e sesta traccia di Was.
Sleep è forse il pezzo in cui maggiormente si apprezzano le doti di Daniele Murgia che ha curato il mastering. Ottimale infatti appare l'intersecarsi della linea vocalica con quella ritmica, in un crescendo piccolo e prezioso di suoni, voci ed echi vari. Certo Was non è certamente un album che ha muscoli, corpo e pancia. Piuttosto presenta una forma che, come abbiamo sostenuto prima, è leggera, quasi impalpabile ma non per questo inutile.
Allo stesso modo di un profumo, il quale, sbucato chissà da dove, ci fa ricordare la nostra infanzia, Was è un disco così che, ne siamo sicuri, se ascoltato anche a qualche anno di distanza, ci farò ricordare cosa stavamo facendo la prima volta che ci siamo approcciati ad esso: c'è chi stava comprando il pane, chi stava curiosando su internet oppure anche chi si dava lo smalto sulle unghie. Uno perfino guardava dalla finestra e sapete cosa stava osservando? Ma naturalmente osservava le mille e quasi impercettibili evoluzioni di una goccia di pioggia o di rugiada sul vetro. Ecco Was che cos'è: un acrobata senza fili dal peso del tempo che cambia come cambiano le stagioni e passano gli anni.