I Subsonica tornano a Genova, in forma ufficiale, a quattro anni di distanza dall’Eclissi Tour (era il 6 Dicembre 2007) e a pochi mesi dall’improvvisata estiva al PalaCep (4 Agosto 2010) per festeggiare Don Gallo e i 40 anni della Comunità di San Benedetto. La serata del 2007 fu bella e disastrosa allo stesso tempo, problemi di varia natura ritardarono l’inizio dello show e costrinsero ad una serata sudata e difficoltosa. Ieri sera tutto liscio, per un set non banale e con molto del nuovo lavoro, Eden.
Come in un ritorno dell’identico, la macchina da guerra elettro-rock della band di Torino si conferma un piacevole esercizio d’ascolto. La prima impressione che verrà confermata alla fine è il ritorno in percentuale maggioritaria dell’anima elettronica e danzereccia di Samuel e soci: si balla e si salta tanto, forse più degli ultimi due tour, da Terrestre a oggi, dove le chitarre avevano fatto sentire di più la loro voce. Con Eden, e con questo tour, c’è una sorta di ritorno alle origini, un po’ il percorso inverso con i dovuti paragoni, of course che ha contraddistinto gli U2 di All That You Can’t Leave Behind, che ritornarono dall’elettro-rock alle chitarre.
Scenografia essenziale, più minimal rispetto al passato: l’impatto scenico è affidato in gran parte alle luci, anche queste essenziali ma efficaci e ben orchestrate, come si è potuto notare sin dall’inizio dello show, dedicato all’Italia e alle sue contraddizioni, celebrato dalla nuova Prodotto Interno Lurido. Il pubblico è ormai collaudato e canta a memoria anche le canzoni più recenti, trasformando i classici come Aurora Sogna in un rito di massa. «Grazie perché qui ci fate sempre sentire come a casa», dirà Samuel verso fine concerto.
Da questo concerto emerge un lato nuovo, un po’ gigione, dei ragazzi di Torino, che parlano e scherzano con il pubblico prendendosi in giro fra loro, come quando Boosta cazzia bonariamente Samuel che non si ricorda i testi, e quest’ultimo se la prende un po’, rifacendosi sull’amico qualche canzone più tardi. Musicalmente, poi, si ripropone gradevole l’idea di realizzare dei medley, in cui le canzoni si sovrappongono in serie da 3-4 senza stacco fra esse, quasi come un mix da dancefloor.
Tra le nuove, si diceva, certamente la palma di più gradita dalla folla va a Benzina Ogoshi, uno sfogo liberatorio e primordiale di fronte a tutte quelle aspettative che nella vita ci portano a sentirci inadeguati, fuori luogo e fuori tempo (massimo). Qui i nostri si autosottopongono allo scherno ben oltre l’ormai familiare e geniale ritornello non siete riusciti a bissare Microchip Emozionale, sottolineando come Amorematico faceva cagare, e ancora Terrestre era un disco di merda, dimostrando così di essere in grado di non prendersi troppo sul serio.
Tra i classici, manco a dirlo, Tutti I Miei Sbagli è un coro unanime verso la fine del set. Che si chiude in maniera particolare: Samuel dà la buonanotte prima di Tutti I Miei Sbagli, poi prosegue con Nicotina Groove e infine chiede al pubblico cosa desideri ascoltare: pochi secondi e parte L’Odore, che chiude il concerto, questa volta definitivamente. Non sarà l’Eden, ma divertirsi riesce piuttosto facile, con i Subsonica.
(Si ringrazia Francesca Avian per il supporto fotografico)