Con molta probabilità il nome Motorpsycho porta subito alla mente la band alternative rock norvegese formatosi tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90. Meno conosciuti sono invece i suoi parenti più prossimi, tali Spidergawd che con i primi condividono due quarti della formazione, oltre che la città natale: la fredda Trondheim. Nati quasi per gioco nel 2013 proprio come side project degli Motorpsycho, gli Spidergawd che hanno già all’attivo due album sono appena usciti con il terzo disco Spidergawd III. Il titolo forse un po’ troppo minimal può mandare fuori strada, facendo presagire un lavoro sciatto e poco curato, costruito solo come passatempo divertente. Niente di più sbagliato.
Il disco dimostra ancora una volta che la band norvegese, qui con: Bent Saether e Kenneth Kapstad (basso e batteria dei Motorpsycho), Per Borten (voce e chitarra dei Cadillac e New Violator) e Rolf Martin Snustad (sax degli Hopalong Knut) ci sa fare sia con la musica, che con le parole. “Spidergawd III” è un’esplosione di suoni che, senza usare troppi giri di parole, ti arriva dritto in testa e lì rimane per un po’ anche dopo l’ascolto. Una miscela di generi e sottogeneri musicali che dal rock vero e proprio passa per il blues, si ferma quasi ad una sorta di prog-metal e riparte repentino per un nuovo rock dalle tinte stoner. È un andirivieni di sonorità forse anche troppo ricercate che non stancano praticamente mai, dando quasi l’impressione di un viaggio lisergico dove nulla è proibito e tutto è concesso.
Un album che si accende come fosse un diesel, ci mette un po’ a carburare (il pezzo d’apertura No Man’s Land può esserne un esempio), ma giusto il tempo di un primo ascolto e poi si fa già piacere senza nemmeno troppi sforzi. Una miscela esplosiva che come detto sopra proprio per il suo essere così variopinta rende l’ascolto orecchiabile e (cosa davvero da non sottovalutare) si presta bene ad un pubblico anch’esso eterogeneo. Certo non mancano i virtuosismi (e in Lighthouse pt 1, 2, 3 ce ne sono), con assoli di chitarra a volte troppo lunghi; ma del resto da una band che suona (e lo fa anche bene) un certo tipo di musica, una sezione ritmica più elaborata del solito te la devi anche aspettare. Anche questa terza prova gli Spidergawd l’hanno superata e non era facile ripetersi agli stessi livelli dei primi due lavori; se poi mettiamo in conto che avrebbero potuto inciampare in una sorta di Motorpsycho vol. 2, ecco allora che il valore del nuovo album cresce ancora e in maniera esponenziale.