Inutile negarlo. Il secondo capitolo di Nolan dedicato all’eroe di Gotham City rimarrà indissolubilmente legato alla figura di Heath Ledger. E al suo Joker. Il giovane attore, scomparso tragicamente poco dopo la fine delle riprese, porta sullo schermo la nemesi d’eccellenza dell’uomo pipistrello con un interpretazione fenomenale che gli vale l’Oscar postumo.
Mentre in Batman Begins ci si concentrava, giustamente, sulle origini del nostro eroe, ne Il cavaliere oscuro Nolan punta tutto sullo scontro fra quest’ultimo e Joker. Rispetto al primo film, in questa pellicola sono i sentimenti e le debolezze dell’animo umano a fare da protagonisti. Lo stesso Joker, il quale sembra agire con l’unico scopo di creare il caos più totale, in realtà fa leva sui punti più deboli dei suoi avversari fino a piegarli, trasformarli, convertirli in qualcosa di completamente diverso. L’esempio lampante è quello di Harvey Dent (Aaron Eckhart), brillante procuratore distrettuale fortemente convinto che la giustizia possa salvare Gotham, talmente segnato dall’incontro con Joker (uccide la sua ragazza e gli sfigura orribilmente il volto) da diventare egli stesso uno dei più pericolosi criminali di della città (Due-facce appunto).
In questo secondo capitolo il nostro eroe, che è sempre stato dalla parte dei buoni ma ha sempre posseduto (soprattutto nella saga di Nolan) un certo lato oscuro, deve addirittura fare i conti con la popolazione della stessa Gotham. Batman agisce nell’oscurità, non si rivela mai troppo apertamente, e questo permette al dubbio di instillarsi nella mente della popolazione, che inizia a chiedersi da che parte stia davvero il loro supereroe locale, se sia davvero il salvatore di Gotham. L’uomo pipistrello dovrà affrontare Joker in questo clima di incertezza e sfiducia, che quest’ultimo cercherà di sfruttare ovviamente a proprio favore, e scoprirà di essere nient’altro che un simbolo, uno strumento, un mezzo sacrificabile per la salvezza della sua città.
Come già accennato qui sopra, Nolan ci presenta un Batman/Bruce Wayne pieno di contraddizioni, di limiti, e di paure. Un eroe che spesso trascina dietro se stesso scie di vittime causate involontariamente, un eroe per così dire pericoloso, destinato alla solitudine, ad eccezione del saggio e anziano maggiordomo Alfred, che talvolta sembra quasi impersonificare la coscienza dello stesso Wayne.
L’ottimo cast del primo episodio è qui pressoché interamente ripresentato, con Bale, Caine, Freeman e Oldman sempre in forma, mentre si aggiungono i talentuosissimi Heath Ledger e Maggie Gyllenhaal (quest’ultima nel ruolo che fu della Holmes). Il duro volto di Bale/Wayne entra in perfetta contrapposizione con la giocosa, perfida e sadica follia di Ledger/Joker creando una alchimia esplosiva che funziona alla perfezione per tutta la durata del film.
Aspettando il terzo ed ultimo capitolo di questa avvincente ed oscura trilogia firmata Nolan, trovo doveroso ringraziare il defunto Heath Ledger per averci regalato uno dei migliori villain che sia mai apparso nella saga dedicata all’uomo pipistrello e, forse, nell’intera cinematografia.