Renny Harlin ha avuto modo di abituarci a un tipo di cinema essenzialmente mirato all'intrattenimento, soprattutto visivo; difficile pensare che alcune sue pellicole (Driven per dirne una, meno famosa ma emblematica) potessero davvero funzionare a livello di sceneggiatura e dialoghi. Si potrebbe obiettare che Harlin non è sceneggiatore, ma neanche Kubrick lo era . Non sfugge a questo principio questo nuovo Skiptrace, sorta di buddy movie che mescola azione, comicità e arti marziali, filone in cui l’,attore e produttore Jackie Chan si sta sbizzarrendo ultimamente.
Chan interpreta l’agente di polizia Chan (Benny però, non Jackie) che dopo la morte di un suo collega e amico, si ripromette di prendersi cura della figlia di questo nonché di vendicarsi dell'assassino. Tramite lei si imbatte nel ladro Connor Watts (Johnny Knoxville), che è inseguito dal magnate dei casinò Victor Wong e dalla mafia russa. Quando quest’,ultima lo cattura, sta a Chan prelevarlo e riportarlo alla polizia di Hong Kong, affinché grazie al suo aiuto riesca a trovare il suo nemico. Il loro viaggio sarà quindi molto vario e arduo, passando attraverso la Mongolia, il deserto del Gobi e Macau.
La storia è evidentemente rocambolesca (e mancano molti dettagli), così come le avventure che i due si ritrovano ad affrontare. Il film si focalizza molto sull'imbastire una scenetta dietro l'altra, all'insegna di inseguimenti, combattimenti saltuari e diversità di scenari e popoli. Da ciò risulta che, da un lato, le situazioni appaiono davvero troppo frammentate ed episodiche e ne viene fuori una carrellata di chronicles senza un vero collante che dia un'idea della gravità dell'avventura che stanno vivendo un difetto derivante dalla scrittura superficiale; dall'altro lato, l'ambientazione esotica cattura l’attenzione grazie alla bellezza dei luoghi (peccato per il montaggio da videoclip che non ne valorizza il fascino) e alla curiosità delle tradizioni locali con cui di volta in volta i due eroi sono costretti a scontrarsi. Difatti è apprezzabile il messaggio di aggregazione razziale: già i due sono un americano e un cinese (che faranno amicizia prima o poi, come ogni buon buddy movie), in più si aprono a culture a loro estranee durante la fuga.
È palpabile comunque la sensazione che tutti questi aspetti siano solo la forma di una pellicola a cui manca un vero contenuto, che sia comico, d’avventura o sociologico; e che la sua realizzazione sia stata senz'altro più divertente della visione, nonostante le scene di lotta pur sempre piacevoli. Infine, dopo la constatazione che le gag comiche non riescono proprio a suscitare ilarità, la visione inizia a diventare faticosa.