Clément e Jennifer apparentemente non hanno nulla in comune. Lui è un giovane e affascinante professore di filosofia di Parigi, trasferito suo malgrado per un anno ad Arras, tranquilla cittadina del nord della Francia. Lei è un'attraente ed esuberante parrucchiera che da sempre vive fieramente in quello stesso paese, trascorrendo le sue giornate tra lavoro al salone, il figlio che cresce da sola e le colorate serate al Karaoke. Entrambi hanno il cuore e il corpo liberi per lasciarsi andare alla più bella delle storie d'amore. Ma possono le barriere di due persone appartenenti a mondi totalmente differenti essere superate da un amore nato per caso?
Il regista Lucas Belvaux con questo suo nuovo film, tratto dal romanzo Non sono il tuo tipo di Philippe Vilain, vuole a tutti i costi entrare a gamba tesa sul genere della commedia romantica, proponendo allo stesso tempo sia una storia che assume tutti i tratti caratteristici del genere, sia uno sguardo distaccato dalla stessa, guidando lo spettatore, con ritmi lenti e distesi, alla scoperta che i due protagonisti fanno dell'altro, di se stessi e dei propri sentimenti.
I due protagonisti sono il centro catartico dell'intera narrazione, che quasi ossessivamente ruota intorno alla loro vicenda, lasciando claustrofobicamente molto poco spazio al contesto e ai personaggi secondari. Tuttavia questa situazione non sembra quasi venir presa sul serio dallo svolgimento della storia, che incomincia prendendo una direzione e finisce per seguirne un'altra, mettendo in evidenza l’atteggiamento disincantato e flaneuristico del personaggio principale, interpretato da Loic Corbery e dimostrando una coerenza con la psicologia interna dell’intera messa in scena. Clement parte da Parigi giungendo ad Arras; lì conosce Jennifer, professoressa del liceo cui è stato assegnato; la donna mostra interesse verso di lui che invece si mostra principalmente annoiato dal suo nuovo lavoro. La trama, dunque, continuamente svolta, sparisce, sfuma gradualmente verso tutt'altra dimensione, fino a concentrarsi dalla metà in poi tutta intorno alla fumosa storia d'amore dei due protagonisti.
È proprio per questa distanza, queste sfumature, questa sorta di noia stanca, che risulta difficile definire Sarà il mio tipo? un semplice film romantico, ma tuttavia proprio questa caratteristica attrae, cattura e intriga, perché paradossalmente dà uno spessore al vuoto dei personaggi che crescono e maturano nelle loro azioni e nei loro dialoghi, all'interno della scoperta di ciò che provano l'un l'altro. Scelta che si concretizza poi, nel finale, in una svolta quasi antonioniana.
In sostanza il silenzio delicato del film di Belvaux convince e attrae, e sebbene scada alcune volte verso un genere stereotipato, spicca per capacità narrative ed espressive, tutte ben supportate dalla macchina artistica e tecnica di questa bella storia.