Roma Fringe Festival 2015
Una sera a Castel Sant'Angelo
Dopo una primavera teatrale carica, forse anche troppo, di rassegne, finalmente a Roma si comincia a tirare un po’ il fiato. Mentre il Teatro stabile ormai Nazionale dà gli ultimi colpi di coda, le realtà off escono fuori dalle piccole sale arroventate dal caldo estivo e vanno in scena all’aperto. Sicuramente a giugno tutti gli occhi degli appassionati di arti performative saranno puntati sul Roma Fringe Festival, tanto più che quest’anno la rassegna – giunta alla sua IV edizione – stringe rapporti con RomExpo e da San Lorenzo si trasferisce nei giardini di Castel Sant’Angelo.
Tre palchi, tre fasce orarie, tre repliche settimanali per ciascuna compagnia, per un totale di nove messe in scena a sera: diciotto diversi spettacoli in competizione dalla domenica al venerdì, più un evento speciale ogni sabato. Orientarsi nella proposta teatrale del Fringe non è semplicissimo, perciò se non si ha la pazienza di leggere da capo a coda le sinossi di ogni spettacolo, segnarsi quelli che ispirano di più e poi cominciare ad elaborare un complesso gioco di incastro in cui far rientrare anche una pausa aperitivo-cena fuori dal parco (cinque euro una birra al gazebo fanno rimpiangere San Lorenzo) e la possibile congiuntura dei mezzi per rientrare a casa, sarà meglio arrivare quando si ha tempo e lasciarsi ispirare sul momento. In fondo è proprio questo lo spirito del Fringe.
Troppo presto per poter giudicare da un giorno soltanto (mercoledì fra l’altro), tuttavia l’impressione è che una volta lasciatosi alle spalle il Ponte degli Angeli non si avverta in centro che al di là del Tevere stia avvenendo qualcosa di speciale: perché il Fringe è e deve essere qualcosa di speciale. Chiunque sia stato a Edimburgo, madre di tutti i Fringe del mondo, sa bene che a colpire di più non sono tanto gli spettacoli in sé ma l’aria che si respira per i sette colli (sì, anche lâb3