Roger Waters the Wall movie

Roger Waters. The Wall – Roger Waters, Sean Evans

The Wall– prima ancora di essere un disco, un film (Alan Parker, 1982), un'opera rock e oggi una sorta di documentario emotivo – è uno stato d'animo. Una condizione psico-creativa scaturita –- secondo quanto ricorda Roger Waters -– dallo sputo in faccia a un fan durante un concerto in Canada: quello che rivela il film firmato dallo stesso Waters e da Sean Evans, che passerà nei cinema per tre giorni con Nexo Digital dal prossimo martedì 29 settembre è, però, qualcosa di diverso, qualcosa di più.

roger waters the wall poster

Roger Waters diventa una congiunzione di dolore, uno sforzo di memoria per chiudere con i tormenti che hanno segnato tutta la sua carriera, tutta la sua vita: a bordo di una Bentley d'epoca inizia un viaggio –- sfinita metafora di trasformazione –- in compagnia di tutti i fantasmi che hanno riempito i vuoti d'esistenza del bassista dei Pink Floyd.

Una lettera al posto del padre: Eric Fletcher Waters morì durante la Seconda guerra mondiale, in Italia, dopo lo sbarco alleato ad Anzio e l’unica traccia che resta della sua esistenza – l'unica eredità paterna per Roger – è la lettera di un commilitone conservata tra le pagine di Fear di Gabriel Chevallier, che ne certifica la morte. Per chiudere i conti con quel passato che non vuole passare, Roger Waters sente di dover fare visita al cimitero militare di Cassino, un luogo dove c’è ancora un legame, dove potersi sentire almeno per un po' figlio nella carne –- In the Flesh –- appunto.

Così, mentre si consuma il viaggio in docu-fiction che parte dalla tomba del nonno paterno caduto durante la Prima guerra mondiale, ecco riattivarsi le suggestioni del disco del 1979, che colpiscono ancora duro e si caricano di sentimenti politici ed esistenziali chiarendo, una volta di più, che quel “muro”, quella catasta di pezzi di rabbia e dolore è, soprattutto, una difesa contro la paura e un manifesto contro ogni guerra. Sul palco Roger Waters torna a vestire i panni di Pink (nel film del 1982 toccò a Bob Geldof), rockstar in preda a deliri di onnipotenza, che ha perso il padre in guerra e ha dovuto attraversare infanzia e adolescenza subendo il sistema educativo e sociale dell’Occidente, fino ad annullarsi nelle droghe e nell'incomunicabilità.

Dal punto di vista dello spettacolo musicale, quello che si vede (un montaggio delle tappe a Buenos Aires, Quebec e Atene) emana potenza in 4k ultraHD: una deflagrazione visiva e acustica, che esplode dall'immenso apparato tecnologico allestito su un palco sterminato; la costruzione e distruzione del muro – come avvenne sul palco del concerto del 1989 a Berlino –- si consuma, mentre galleggiano sul pubblico i mitici gonfiabili – dal professore (Another Brick in the Wall), alla madre soffocante (Mother) fino al giudice-verme (The Trial) del processo finale.

Certo, di tanto in tanto, viene da pensare a Gilmour, Mason, Wright e Barrett, ma questo personalissimo The Wall appartiene solo a Waters e alla sua condizione esistenziale: alla fine, quando in quel cimitero di Cassino risuonano dalla tromba di Roger le stesse note che aprono e chiudono disco e film, il cerchio si chiude e la vita fa pace con tutto, anche con la morte.

Dedicato a tutti i caduti di tutte le guerre –- incluse quelle ancora in corso – –The Wall resta un invito, un'esortazione continua a non accettare di essere solo un altro pezzo nel muro della paura.

(Attenzione, alla fine del film, Nick Mason e Roger Waters si intrattegono davanti a un bicchiere di vino, rispondendo alle domande dei fan. Noi evitiamo lo spoiler, voi restate seduti.)

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