Riportando tutto a casa – Nicola Lagioia
Anni ’80. Siamo a Bari ma potremmo essere in qualunque città italiana. Gli anni di piombo alle spalle; l’inchiesta Mani pulite nel futuro.
La Penisola è in preda ad una strana euforia da vana ricchezza. In tutte le case una presenza costante: la televisione perennemente accesa. La tivù commerciale inizia la sua scalata.
Riportando tutto a casa di Nicola Lagioia, edito da Einaudi nel 2009, racconta un decennio punto di svolta per la cultura, la politica e la società italiana.
Tre ragazzi, di buona famiglia, percorrono la Bari degli anni ’80, la “Milano del Sud”, come si usava chiamarla a quei tempi. Le vetrine e il lusso del centro, vanno a braccetto con il degrado e il buio dei quartieri periferici e dimenticati.
Se in Riportando tutto a casa cercate il Nicola Lagioia degli esordi, siete sulla strada sbagliata.
Il libro del 2009 infatti, è uno spartiacque stilistico tra i primi due libri di Lagioia (Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj – 2001 e Occidente per principianti – 2004) e La Ferocia, racconto edito da Einaudi nel 2014 ma che, nel 2015, gli è valso il Premio Strega.
Forse non è un caso che, in Riportando tutto a casa, Lagioia abbia deciso di avere come sfondo storico un decennio di passaggio.
Come nello “strappo del cielo di carta” di pirandelliana memoria, i tre protagonisti e noi lettori, siamo costretti a guardare oltre la bella scenografia fatta di lustrini, boby minimal delle ragazze del Drive In (l’analisi della trasmissione diretta dal giovane Antonio Ricci, è un alto esempio di critica televisiva) e della bella vita pret-à-porter.
Guardando oltre lo strappo della perfetta scenografia, si scopre l’inizio dell’attrazione morbosa per i primi eventi tragici trasmessi in diretta nazionale; il diffondersi dell’uso della droga e la comparsa dell’AIDS, parola sino ad all’ora sconosciuta; la fine della Prima Repubblica e la costruzione delle basi della crisi politico-economica degli anni 2000.
Spesso capita che, tra il lettore ed i protagonisti delle storie, si instauri un rapporto di gentile e di cordiale convivenza, che termina con una separazione consensuale; con la voce narrante, Vincenzo e Giuseppe la relazione è diretta, quasi di parentela.
I quarantenni di oggi, di qualsiasi parte d’Italia, leggendo il racconto, non fanno fatica a riconoscersi nei protagonisti e nelle loro famiglie.
Riportando tutto a casa è, nel complesso, un libro che, porta a capire come uno scrittore elabora e fa evolvere il proprio stile; è uno di quei racconti che vorresti ricominciare a leggere ancora, ancora e ancora, perché infondo quel recente passato, ci appartiene e abbiamo bisogno di vederlo raccontato per capirlo ogni volta di più.
Album consigliato: Bob Dylan – Bringing It All Back Home.