Camden Square sta in quella parte del quartiere di Camden più lontana dalla follia modaiola del Lock, il celebre mercato. Per dare un’idea, scendete alla stazione della Tube di Camden Town e, guardando dritto verso il World’s End, invece di andare a destra vi buttate a sinistra e prendete Camden Road, che taglia in orizzontale il nord di Londra e porta dritto a Holloway Road. Superate il colosso consumistico di Sainsbury e la stazione della rinnovata Overground e noterete che il paesaggio che vi circonda si fa sempre più suburbano.
Camden Road è una grande strada a scorrimento di auto e bus, un’arteria che nasconde, nella sue vie laterali, un’alternarsi di tutte le caratteristiche della periferia londinese, tra scuole e council estates. Arrivati a due terzi di questa via, grazie alla mappa e a qualche gentile passante, ci infiliamo sulla destra in una di queste strade laterali che a sua volta apre su un piccolo parco, i cui alberi ombreggiano una piazza. Eccoci a Camden Square.
C’è un silenzio surreale, qualche turista scatta foto o lascia un pensiero all’angolo di fronte alla casa dove viveva l’artista. Ci sono oggetti e fogli di carta con poesie. Fino a qualche giorno prima della nostra visita questo angolo era molto più affollato, c’erano persino una chitarra e qualche spinello.
Le insegne della piazza di Camden Square autografate dai fan sono state rimosse e regalate a Mitch, il padre dell’artista, come ricordo dell’affetto di chi voleva bene a sua figlia. La casa è sorvegliata da un poliziotto, probabilmente nel timore che qualche fan più spregiudicato varchi la soglia, visto il muretto di cinta molto basso. I ceppi di legno che delimitano la piazza, così come gli alberi, sono pieni di scritte.