Red Amnesia – Wang Xiaoshuai
Cina, quella nuova. Deng è una vedova in pensione dal carattere caparbio e mai arrendevole. Passa tutte le giornate allo stesso modo, tra le cure all’anzianissima madre e l’aiuto ai due figli, oramai grandicelli. Questa routine inizia a vacillare quando Deng comincia a ricevere strane telefonate anonime, che si trasformano in vero e proprio fenomeno di stalking. Da li la tendenza realistica del film si trasforma in thriller.
Conclusione di una trilogia dopo Shangai Dreams e Wo 11, il nuovo film di Wang Xiaoshuai riprende il suo lavoro sugli effetti morali e geo-politici più profondi legati alla polimorfica rivoluzione culturale. Uno spaccato asciutto ma completo legato alla migrazione di enormi masse di persone, come alla difficile creazione di una sorta di collettività ed identità culturale legata anche alle solite disequità e corruzioni della Cina stessa.
Red Amnesia parte da un sentimento comune di rimozione storica e politica per giungere a delineare una realtà ibrida, tra memoria personale e racconto collettivo. Non sempre tutto ciò riesce, soprattutto nei momenti più visionari che disperdono al tensione melodrammatica e non rendono fede all’immagine che l’autore ha cercato di costruire fin dall’apertura. Rimane l'orizzonte nel vuoto e una storia difficile da riconciliare in un film che non brilla per originalità e creatività ma che trova il suo punto di forza nell'onesto rigore della rappresentazione.