Uscito per I Dischi Blu, l’album Prima di Palazzo è quello che si potrebbe definire un gioiello di pop elettronico e cantautorale. Diego Palazzo, già polistrumentista con i Baustelle e metà artistica degli Egokid, arriva a questa prova solista e la centra in pieno, dando nuova linfa al cantare e scrivere testi in italiano che rispondano alle ansie del tempo presente.
Si prenda, ad esempio, la traccia iniziale, Non ho più paura, una canzone particolarissima, una sorta di mantra in musica dove, su un tappeto elettronico, Palazzo intarsia liriche e riflessioni sempre un passo avanti, donando una patina al contempo ultra-cool e raffinata all'intero componimento. Allo stesso modo la seconda canzone, L'ultimo individuo, presenta la medesime coordinate: «Il dramma della noia quotidiana/la storia umana che trasmettono in tv» queste le prime strofe, illuminanti, del modus pensandi dell'artista.
Palazzo riesce a costruire un immaginario abbastanza cupo (almeno di primo acchito) e introspettivo del suo, personalissimo, modo di intendere la propria vita e la società più in generale, con una particolare attenzione per i rapporti interpersonali, così in crisi, così minacciati oggigiorno: canta infatti, sempre in questa canzone,« È giusto praticare l'altruismo/ il solipsismo è solo un'altra velleità». Ecco allora che l'apparente mood da umor nero si stempera con questi improvvisi squarci che ci spronano a non abbandonare le nostre precipue caratteristiche sociali (non sociabb3