Piccoli festival crescono
A Novoli e Campi Salentina la III edizione dei Teatri della Cupa. Prima parte
In fondo, è sempre una questione di numeri. E di apparenza. La buona riuscita di un’operazione politica, economica o culturale si misura in base a questi fattori, non è vero? Opinabile. Guai però a scambiare numeri e apparenza con l’urgenza: in questo caso parliamo di cecità.
Ma facciamo qualche passo indietro. A detta di molti, l’edizione dell’ormai festival musicale Medimex conclusasi qualche mese fa è stato un autentico successo. D’altronde le migliaia di spettatori che hanno invaso la città di Bari durante la rassegna non possono che rappresentare un’invidiabile immagine da cartolina. Poco importa se l’obiettivo primario nato con la manifestazione organizzata da Puglia Sounds – far crescere gli operatori di settore e gli artisti locali – sia finito in secondo piano, quel che conta è vedere una piazza gremita ai piedi di una star internazionale come Iggy Pop.
Spostiamoci qualche chilometro più a sud. A fine luglio Roberto Latini è tornato dopo diversi anni di assenza nel Salento per chiudere, con il suo ultimo lavoro (Il Cantico dei Cantici), la prima giornata del festival I Teatri della Cupa. Platea e palchi del Teatro Comunale di Novoli pieni, applausi scroscianti ma, andiamo, non c’è paragone con il mega evento barese. Certo, la musica è un fenomeno artistico più capillare rispetto a quel circolo esclusivo che è ormai diventato il Teatro; ma al di là di tutto, diciamoci la verità: «c’ete ‘stu Roberto Latini? E ce suntu mai quisti Premi Ubu?»
Ecco, è questo il vuoto reale da colmare, ancor prima di quello lasciato dai frequentatori occasionali di piazze e luoghi pittoreschi. Perché se da un lato abbiamo una blasonata rockstar settantenne che canta – zoppicante – brani di quaranta, trenta anni fa; dall’altro ci troviamo di fronte a uno dei maggiori interpreti dell’attuale scena teatrale italiana, ma che fuori dalla cerchia di riferimento in ben pochi conoscono. Il primo, dunque, è un lusso che la Regione Puglia proprio non può permettersi in questo delicato momento storico, il secondo è un’urgenza, necessaria a far crescere culturalmente e umanamente una comunità.
Così, mentre le politiche culturali pugliesi paiono sempre più orientata a procacciare turisti, ci sono realtà che resistono imperterrite, non si arrendono, anzi, rilanciano nella costruzione di una comunità attiva, partecipe e aperta; in modo da non vanificare quanto di buono è stato realizzato in questi anni fiorenti (prima) e travagliati (poi). Stiamo parlando – tra le altre – di Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo Teatro, compagnie residenti del Teatro Comunale di Novoli e fautori dei Teatri della Cupa, festival teatrale giunto alla sua terza edizione e che, anno dopo anno, cresce costantemente.
Come da abitudine la programmazione ha riservato molto spazio al panorama pugliese (Factory, Principio Attivo, Meridiani Perduti, Licia Lanera, Fabrizio Pugliese, Acasa, Antonello Taurino), arricchito da alcuni dei migliori spettacoli in circolazione nel territorio nazionale (Cantico dei Cantici di Latini, R.OSA di Silvia Gribaudi, Esilio della Piccola Compagnia Dammacco, Acqua di Colonia di Frosini/Timpano). Ma se della proposta artistica (direzione Tonio De Nitto e Raffaella Romano) parleremo in maniera più accurata nei prossimi giorni, quello che ci preme rilevare in queste righe è la grande risposta del pubblico – quello “vero”, s’intende – ai vari spettacoli che si sono avvicendati in piazza, nei teatri e nei cortili di edifici storici tra Novoli e Campi Salentina.
Una dimostrazione di fiducia incondizionata verso le due compagnie leccesi che, grazie alla loro residenza, hanno riaperto dopo lunghi anni di chiusura il Teatro Comunale e continuato a coltivare – di stagione in stagione, di festival in festival – un pubblico attento grazie alla programmazione, alla creazione e alle buone pratiche; senza fare niente per bruciare le tappe e tradire la fiducia faticosamente conquistata e le aspettative di una comunità crescente e sempre più affamata. È così che si costruisce, lentamente, passo dopo passo, senza cercare di guadagnarsi facili consensi con operazioni più commerciali che culturali. Ma invece di continuare su questo modello, che ha prodotto e continua a produrre i suoi frutti, viene chiesto un cambiamento.
Anche di questo si è parlato durante le Assemblee della parola, felice introduzione dell’ultima edizione. Curate da Mauro Marino, queste riflessioni su alcune delicate tematiche dell’attuale panorama teatrale nazionale e regionale hanno visto la partecipazione di artisti e operatori pugliesi. Se nel secondo appuntamento si è analizzato lo stato di salute della scrittura drammaturgica, merce sempre più rara nei nostri giorni; nel terzo si è portata alla luce la questione nell’immediato più vicina alle realtà coinvolte: l’evoluzione, o meglio, l’involuzione del sistema teatrale pugliese. Dai “Teatri Abitati”, quindi, che hanno fatto fiorire il teatro pugliese, al limbo pieno di incertezze degli ultimi due anni, fino ad arrivare all’ultimo bando triennale tutto proteso verso il turismo (per approfondire, qui le lettere aperte di alcuni artisti pugliesi pubblicate su Il Pickwick).
Problemi e urgenze attualissime, ma che spesso trovano solo rapidi e sporadici confronti collettivi. L’augurio, dunque, è di non abbandonare questi dibattiti, coltivarli, allargarli, ricercare soluzioni oltre a esporre i problemi, coalizzarsi e rimanere uniti, come suggerisce Michelangelo Campanale. Anche se, ora, questa appare l’impresa più ardua.
Ascolto consigliato
Novoli e Campi Salentina (LE) – 27, 30,31 luglio e 1 agosto