Persepolis
Persepolis è un lungo romanzo a fumetti, uscito in Francia nel 2000. Si tratta di un’autobiografia, genere molto apprezzato negli ultimi anni e praticamente fondato da quest’opera, che racconta la vita dell’autrice dai dieci ai venticinque anni. Cresciuta in una famiglia borghese e progressista della capitale la piccola Marjane vive gli anni della transizione dell’Iran dal governo fantoccio dello Scià (sanguinaria monarchia filoccidentale) alla ancor peggiore dittatura teocratica e integralista degli Ayatollah. La Satrapi racconta poi gli anni dell’adolescenza a Vienna, dove era stata mandata per tenerla lontana dalla guerra, con tutte le sue difficoltà di integrazione che finiscono per renderla una straniera sia in Europa sia in patria quando vi fa ritorno. Il lieto fine della storia è tra le vostre mani di lettori, il successo mondiale Persepolis, punto nodale della storia del fumetto del ventunesimo secolo.
La storia di Marjane e la Storia dell’Iran sono i pilastri su cui si fonda Persepolis, sempre intrecciati e compresenti come un tutto in fondo inscindibile: il privato è politico potremmo dire se volessimo condensare in una semplice formula il messaggio del libro.
Spiderman, Batman, Devil, Sin City, 300, V for Vendetta: sono alcuni dei fumetti da cui negli ultimi anni Holliwood ha tratto decine di titoli. Tra questi abbiamo un paio di grandi film (Spiderman 2, Batman Begins), qualche onesto blockbuster, e varie vaccate. Questo elenco era ben presente alla Satrapi quando ha rifiutato di cedere i diritti di Persepolis alle Major americane. Sarebbe stato un peccato però rinunciare ad una grande opportunità per raggiungere un pubblico molto più vasto di quello del fumetto (pur se in Francia le vendite delle Bande Desineès vanno sempre alla grande). Ecco allora nascere il progetto di portare in prima persona la sua storia sul grande schermo, con l’aiuto dell’amico Vincent Paronnaud. Ne è nato un film d’animazione che ha raccolto meritati consensi in tutto il mondo e si pone come un unicum nel panorama sopra descritto, come unica è l’opera da cui è stato tratto.
Marjane Satrapi ha uno stile personalissimo: usa solo il bianco e il nero, niente colori, niente chiaroscuri, grande chiarezza e nettezza del tratto, economia di dettagli. Un disegno di incisività straordinaria nella sua apparente piattezza, perfettamente complementare alla scrittura personale ed emozionata dell’autrice. Impossibile pensare Persepolis senza quei disegni e allora perché non farli muovere? Ecco allora che nel decennio della Pixar il primo cartone animato ad avvicinare i vertici qualitativi dei geni californiani è stato realizzato con la cara vecchia animazione tradizionale, mantenendo in toto la veste grafica dell’originale a fumetti.
Persepolis – il film è un esempio virtuoso di come si possa ridurre un’opera letteraria complessa, ricca di eventi, senza punti morti o parti davvero sacrificabili senza rovinarla, semplificarla, svuotarla di significato. Per chi ha amato il fumetto il film diventa un modo quasi magico di sprofondare nel mondo dell’autrice iraniana, per chi invece non lo ha letto resta un prodotto di ottimo cinema, suggestivo graficamente e veicolo di grande arricchimento culturale visto che per noi l’Iran ha sempre il volto impresentabile di Ahmadinejad e del fondamentalismo più stolto.