Allora, c'è del garage. Poi radici per la linea vocale che ben si avviluppano attorno al terriccio del punk. Oh, e il rock'n'roll: ma quello anni Cinquanta, che non si poteva portare su un palco senza accompagnarlo con un'acconciatura improbabile. Quindi ritornelli bubblegum e indigesti, legati a coretti che pescano direttamente dall'indie fuori moda della seconda metà del decennio scorso. Ma all'ira del punk di sostituisce una certa forma d’isterismo, alla magniloquenza del pop del menefreghismo, all'indipendente patinato un determinato lo-fi. Più o meno, questo è Ezra Furman. E se la descrizione pare confusa è perché ancora non avete ascoltato Perpetual Motion People.
Si inizia con Restless Year, che apre la via di un immaginario che è tutto una nevrosi: gente che balla, canta, spacca uova. Un discorso già vero per il periodo con gli Harpoons, confermato con i The Boy-Friends, ma che solo ora giunge a una vera implosione. Lousy Connection è lì per rimarcarlo: «It's late at night; it’s time to tell you my secrets / My personality’s cut up into pieces». Non c'è mai stato davvero il dubbio che il rossetto, i collant, le perle che accumula non servano per mascherare una frattura radicata. I suoi affondi apparentemente casuali non risparmiano nessuno: una pugnalata al quotidiano (Hark! To the Music), una al proprio stomaco (Haunted Head), una all'incessante solitudine (Hour of Deepest Need), una all'umore oscillante (Wobbly).
È il biografico, ormai è ovvio, ad aver sterminato ogni altro tema possibile. Per questo il racconto è sofferto, per questo «I’m sick of this record already», da Ordinary Life. Tip of a Match è esplosione violenta e distorta di quanto ad ora accumulato, ma non c'è traccia di aleatorio: tutto è tangibile, lo sottolinea Body Was Made. Ci si aspetta una certa dolcezza dal falsetto di Watch You Go By, ma (ehi!) sempre di Furman si parla: «And I’ve got a bright future in music / As long as I never find true happiness». Dicono funzioni così per davvero, in un continuo slalom tra i Pot Holes distribuiti sulla propria strada. C'è bisogno di rilassarsi in un posto sicuro dopo tanta apertura, previa permesso ovviamente. Da ciò, Can I Sleep Inside Your Brain?
One Day I Will Sin No More è una sorta di fallace proposito, o meglio un vago congedo. Qual è il giorno in cui si smette definitivamente di peccare? Ecco, ci siamo intesi. Furman è tormento. Il narratore di una bislacca forma di rassegnazione, che parte dall'accettazione dei propri stati emotivi deviati e torna ad agitarsi senza un fine preciso, se non forse il loro mascheramento. Ma non riesce davvero a nasconderli, e forse proprio in virtù di ciò Perpetual Motion People diviene uno dei dischi più interessanti dell'ultimo periodo.