Per un passato migliore – Ministri
Dopo un lungo silenzio discografico e concertistico, torna una delle band più apprezzate della scena rock-alternative italiana: i Ministri. Da ieri 12 marzo è infatti possibile gustarsi Per un passato migliore, nuovo album del trio, presentato il giorno stesso a La Feltrinelli di Piazza Piemonte, Milano. Prima di quattro tappe previste presso la nota catena italiana di librerie, a cui seguirà poi un tour che per i prossimi due mesi li porterà in giro per il Paese, ha rappresentato un’occasione imperdibile per pubblico e band di approfondire la genesi ed il contenuto del disco. Ad intervallare informazioni e curiosità, alcuni dei nuovi brani, eseguiti in set acustico con voce, chitarra e cajón.
Certo ci si poteva costruire una prima idea di ciò che sarebbe stato Per un passato migliore grazie al già diffuso primo singolo, Comunque, che ben rappresenta la linea seguita lungo tutto l’album. Un sound orientato verso gli anni ’90, ma non solo: un sound da ritorno alle origini, a quel I soldi sono finiti che li ha lanciati, concepito direttamente per i live più che per la registrazione. Le linee melodiche tornano violente, rabbiose, con quel marchio ricercatamente un po’ grezzo che li ha sempre contraddistinti; i testi ancora una volta si fanno voce del disagio sociale, emotivo e relazionale di un’intera generazione, megafono per le grida contro questa realtà ambigua e fuori controllo. Da qui il titolo dell’album, ispirato a un verso del brano I tuoi weekend mi distruggono: ciò che è stato diventa infatti preferibile al futuro incerto ed ingannevole che sembra prospettarsi, nicchia malincolica e confortevole che si contrappone ad un avvenire che contiene carne equina, per citare una loro battuta. Secondo un ragionamento analogo, il titolo doveva inizialmente essere La pista anarchica, dalla quarta traccia dell’album, poi accantonato onde evitare fraintendimenti: ciò che volevano incoraggiare i Ministri era un ritorno a quello spirito passato per cui si lottava con consapevolezza nel costruirsi un futuro migliore, e non un mero inneggio ad un sovversivismo che prescinda tutto.
Concepito in collaborazione con Tommaso Colliva, già produttore per band del calibro di Muse e Afterhours, Per un passato migliore contiene una serie di chicche che non possono lasciare insoddisfatto l’ascoltatore. Tra tutti, spiccano quei brani dai tratti più tipicamente Ministrici, come Le nostre condizioni, Mille settimane, Mammut, Spingere, prossimo singolo, e Caso Umano, che vede eccezionalmente il frontman Davide Divi Autelitano alla scrittura delle liriche, per il resto affidate come sempre al chitarrista Federico Dragogna. Evitando tuttavia di arenarsi in un nostalgico conservatorismo, è bene specificare come la totalità della tracklist sia notevole; un cenno speciale lo merita in ogni caso Stare dove sono.
In un Paese come il nostro è piacevole pensare di avere, in qualche modo, dei Ministri sui quali si possa contare. Un disco all’altezza delle aspettative, di una band che ormai è una garanzia.