chitarra

Paper Street intervista gli End

Perché gli End sono spazzatura come dite sempre promuovendo (?) la vostra musica?
Alex Best: In un mondo in cui tutti si credono di essere chissà chi, è il nostro modo di andare controcorrente. Tutti si dicono “il migliore di questo”, il più bravo a fare quest’altro, tutti che cercano di fingersi quello che non sono… tutta ipocrisia. Solo un’immagine di facciata che nella maggior parte dei casi si rivela solo finzione, bugia, ipocrisia appunto.

Breve biografia degli End per i lettori che non vi conoscono!
Alex Best: Nasciamo come idea di band circa 5-6 anni fa. Nel frattempo abbiamo cambiato diverse formazioni, abbiamo suonato a Londra in vari locali, dal più trendy al più squallido, e ora finalmente pubblichiamo il nostro album, risultato di anni di lavoro e di influenze varie.

5 gruppi, o solisti, senza il quale non vi sareste mai addentrati nel mondo melomane…
Alex Best: Per me, Oasis su tutti, sono quelli che mi hanno avvicinato alla musica quando ero un ragazzino e sono cresciuto con loro. Poi Doors e in particolare Jim Morrison, perchè se scrivo è grazie al mio “incontro” con le sue parole, le sue poesie, e se leggi con attenzione i nostri testi, che ho curato personalmente, credo che la sua influenza si possa notare chiaramente. A questi aggiungo i Clash e i Velvet Underground perché sono le due band che incarnano meglio il mio modo di fare musica, che è arte, improvvisazione, ribellione e stile allo stesso tempo. Chiudo con i Joy Division, perché l’indie nasce e forse muore con loro e con Ian Curtis, sono il punto di riferimento con cui tutti si devono confrontare.

Finalmente è arrivato il 2 febbraio data che coincide con l’uscita di Writers Of A Bible…cosa troveremo al suo interno?
Alex Best: Writers of a Bible, come da titolo, vuole essere ambiziosamente la Bibbia dell’indie rock, dell’underground. Abbiamo questo titolo in testa da diverso tempo, e siamo convinti di essere riusciti a realizzare il nostro intento. Penso che la frase «don’t know what I play, but I know how to play it» che sta dentro alla canzone Caucasian Army, racchiuda al meglio il senso dell’album.

Star è certamente la mia canzone preferita da voi composta, un testo fantastico e una musica che lo sposa perfettamente:
«guarda le luci sopra questa città / non si spegneranno mai / non voglio essere dimenticato / per non dimenticare mai il mio nome / gira lo sguardo e vedrai arrivare / qualcosa come una grande distruzione /
pulisciti la faccia da tutta quella polvere / è tutto soldi, baci, rock n roll e qualcosa in cui credere…»

Leggendo queste parole mi pare evidente la necessità di cercare di lasciare una traccia, un segno per guadagarsi la vita eterna…
Cosa deve fare un gruppo, nel 2010, per provare a raggiungere questo obiettivo?

Alex Best: Credo tu abbia centrato il punto. Il “concept” dell’album è di fatto quello di un sogno, il sogno di partire dal nulla e affermarsi come una Star della musica, del rock n roll, il sogno che ci accompagna fin dall’adolescenza, noi come tantissimi ragazzi anche oggi. Questo è il nostro senso di ‘lasciare una traccia’, un senso come dici tu, un qualcosa che rimanga anche dopo di noi. La musica è un modo per farlo. Solo che oggi non è più ‘la terra promessa’, negli anni 60-70 ma anche 80 per certi versi, c’era la possibilità di dire veramente qualcosa attraverso la musica, si poteva lanciare un messaggio forte e la gente lo seguiva. I musicisti, gli artisti, e penso a Joe Strummer e i suoi Clash, muovevano le masse non solo perché erano fighi, ma perché dicevano qualcosa in cui la gente credeva davvero, dicevano che un mondo diverso era possibile. Oggi non è più cosi. Nel 2010 devi leccare i culi giusti, avere molta fortuna e non saper fare assolutamente niente. La percentuale di artisti veri nella musica di questi anni è ridicola, pochissimi lo sono. Gli altri sono avanspettacolo.

Girerete un video tratto da Writers Of A Bible?
Alex Best: Ci stiamo pensando, molto dipenderà dal seguito che l’album avrà.

Cosa c’è all’orizzonte per gli End? E come faremo per scaricare e/o acquistare il vostro primo album?
Potete scaricarlo gratuitamente dal sito endarerubbish.bandcamp.com All’orizzonte è difficile dire cosa ci sia…. il nostro futuro è nelle mani di chi ascolterà l’album.

Grazie


Per 15 anni Paper Street è stata una rivista on-line di informazione culturale che ha seguito con i suoi accreditati i principali festival europei di cinema e musica: decine di collaboratori hanno scritto da tutta la penisola dando vita ad un archivio composto da centinaia di articoli, articoli che restano a disposizione di voi lettori che siete stati un numero incalcolabile nonché il motivo per cui, per tanto tempo, abbiamo scritto con passione per questo progetto editoriale che ci ha riempiti di soddisfazioni.

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