Occhio alla TV! La settimana televisiva su Paper Street (Dodicesima Puntata)
Questa settimana la composizione formato famiglia dell’informazione tv, deve lasciare il posto ad alcuni avvenimenti un po’della serie: Ho visto cose che voi umani…
33% di share con 9 milioni di telespettatori. La7 non riesce ad ottenerli nemmeno sommando tutti i risultati dei sui day-time e prime-time. Ma giovedì ore 21.15 circa, studio 10 di Cinecittà in Roma, scenografia da cantiere provvisorio, è stato un miracolo? no semplicemente Servizio Pubblico.
Gli attenti osservatori e analisti della politica italiana, erano certi che il duello più atteso della seconda repubblica tra Berlusconi e il suo alterego Santoro, non si sarebbe consumato in sordina, ma di sicuro il dato di share che fa invidia alle prime serate del Festival di Sanremo o alle uscite Celentaniane non era altrettanto scontato.
In queste ore, a seguito della puntata e dei suoi risultati, si stanno sprecando giudizi, previsioni, attese, rivendicazioni, analisi ed azzardate conclusioni.
La compagnia di giro (Santoro, Travaglio, Innocenzi, Costamagna) ci si aspettava fossero più combattenti, capillari, minuziosi, più giornalisti insomma.
La partita si è sviluppata e conclusa con alcuni momenti di assoluta noia, ripetitività, e retorica.
Lo show ha vinto su tutto e tutti e ancora una volta chi conosce il mezzo televisivo in profondità come Berlusconi, riesce a reggere l’uno contro tutti uscendone vincente.
Ma se Berlusconi e Santoro occupano le prime pagine dei giornali e i titoli dei Tg, da rilevare con assoluta incredulità è la prima serata di Rai1 di Venerdì, all’interno della quale si è consumato un esempio di retorica populista nello show che potremmo definire con un raffinato francesismo: Fanè.
Riusciranno i nostri Eroi?, questo il titolo del programma, a traghettare il tentativo non riuscito di riproporre il varietà serale: Max Giusti, Donatella Finocchiaro e Laura Chiatti.
Ora, che Giusti riesca a rendere l’attesa dell’apertura dei pacchi ad Affari Tuoi seguibile
ci può stare, ma affidargli uno show-variety con il compito di incarnare e rappresentare l’italianità è azzardato, per non dire incomprensibile.
Il meccanismo? Il solito e logorato tentativo di rappresentare i vizi privati e le pubbliche virtù, l’italiano macchietta, lo stereotipo dell’italiano medio che solo il grande Alberto Sordi riusciva ad incarnare con delicatezza.
Balletti, canzoni, sketch comici, entrate e uscite di ospiti più che illustri ma catapultati in un atmosfera anacronistica e disordinata.
Nella speranza che la prossima settimana ci regali qualche impeto adrenalinico in più, ci lasciamo alle spalle una settimana che più che altro assomigliava ad un tremendo e irritante dèjà vu.