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Non è tutta colpa del pipistrello – Fabien C. Droscor

Una donna dalla bellezza devastante con un’ossessione morbosa per il Batman interpretato da Christian Bale; un librario cocciuto e stanco dell’ignoranza culturale dei suoi clienti, così tanto pieno di sé da inseguire un progetto di vita troppo ambizioso anche per i più abbienti, figurarsi per qualcuno che guadagno poco più di mille euro al mese.
E in ultimo, una pugliese trasferitasi nella capitale e famosa per portare equilibrio nella libreria Feltrinelli dove lavora.

Sono questi i tre personaggi che riempiono le pagine de Non è tutta colpa del pipistrello (Robin&Sons Edizioni) fatica letteraria di Fabien C. Droscor, pseudonimo di Francesco Bordi (direttore editoriale della rivista on line http:// Culturalismi.com e della neonata Culturalismi Edizioni) che in quasi trecento pagine stila un romanzo che sembra voler prendere le pieghe di un noir anche se, a dirla tutta, è forse un errore definirlo tale.

Ambientato tra Roma e Parigi, con Non è tutta colpa del pipistrello l’autore vuol riportare su carta uno spaccato della società del nostro tempo, quella colma di vizi e che non si accontenta di nulla; una società egoista e ingenua, dove indossare abiti firmati e possedere l’ultimo smartphone diventa sinonimo di completezza e autostima.

Questo è l’universo immaginato da Fabien C. Droscor (continuiamo a chiamarlo con il suo pseudonimo), o meglio non immaginato, in quanto l’immaginazione non fa parte di questo libro; l’autore si limita solo a guardarsi intorno e incorniciare una storia che sotto l’aspetto stilistico ha davvero poco da invidiare agli scrittori di professione.

Una scrittura che scivola liscia e senza grandi intoppi; dialoghi veloci che non “bloccano” la descrizione di luoghi e situazioni i quali, nella penna di Droscor, sembrano quasi prender forma durante la lettura.

I suoi personaggi vivono all’ombra di quei miti del cinema – il Batman di Christopher Nolan ne è un esempio (del famoso pipistrello Eleonora Savini ne possiede perfino una boccetta di profumo) – che tessono nella mente dei protagonisti false realtà di rivalsa che esistono solo nella finzione della pellicola; miti irreali (che siano attori o musicisti) che vengono costeggiati e inseguiti, nonostante la consapevolezza di non riuscire nemmeno a sfiorarli.

È proprio dal potere di soggezione di questi falsi dei che si deve partire per apprezzare appieno il lavoro dello scrittore; sono loro che aleggiano come avvoltoi affamati sulle teste dei protagonisti.
Il titolo del libro è chiarificatore: la colpa non è mai di uno solo, del resto siamo tutti responsabili.

Grazie


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