C’era un periodo per Walter Hill (I guerrieri della notte, 48 ore) in cui tutto ciò che toccava aveva un buon sapore. Il suo cinema violento fatto di lacrime e piombo, di guerrieri legati alla propria etica e ai giubbotti di finta pelle, è un mito imbalsamato destinato alla vita eterna. Tuttavia l’immagine che ne scaturisce dal suo ultimo lavoro Nemesi (The Assignment in originale) è quella di un vecchio buscadero che si illude di resistere al tempo che in realtà sta lentamente tramontando soppiantato da un nuovo mondo dove i vincenti di ieri possono essere i perdenti di oggi.
Il personaggio centrale della pellicola è Frank Kitchen (Michelle Rodriguez) un nerboruto sicario che, dopo essere stato tradito da un criminale chiamato Honest John (Anthony LaPaglia) si risveglia in una sala operatoria vittima di una folle operazione chirurgica che lo ha trasformato in una donna. Il diavolo ad aver messo la coda nella vita di Frank è la Dr.ssa Rachel Kay (Sigourney Weaver) intenta a vendicarsi della morte del fratello.
Nemesi è un rancido noir difficile da prendere sul serio, un calderone di banalità che si dipana nel comunissimo canovaccio dell’epica della vendetta dove l’incertezza dei ruoli, la conseguente difficoltà nel giudicarli e il pessimismo che sa infondere il regista diventano i veri protagonisti.
È un cinema con un impianto iperclassico e narrativo che si poggia pesantemente sulla fisicità delle interpreti femminili: Michelle Rodriguez (con una ridicola barba finta nelle scene prima dell’operazione) che gioca con la sua reale bisessualità e una grigia ed essenziale Sigourney Weaver. Walter Hill, con una regia tesa e lineare, come se girasse sempre lo stesso film, cita se stesso tanto che le numerose sparatorie e fughe, presenti nella scontata e prevedibile sceneggiatura, sono ormai qualcosa di rituale e riflesso e incapace di non annoiare.
Inoltre, sfortunatamente per la produzione, il tema della transgenesi e della chirurgia (tra l’altro topos della letteratura hardboiled) è stato recentemente maneggiato da Pedro Almodovar nell’interessantissimo melodramma gotico La pelle che abito con un risultato artistico tale da farci percepire questo Nemesi come un infantile e imbarazzante provocazione. Uno sgradito ritorno di un Maestro del cinema d’azione da dimenticare in fretta per fare spazio a visioni si spera migliori.