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Mission Impossible – Fallout

Action movie da manuale che rivede la natura stessa della saga

La sala si fa buia, lo schermo si illumina e parte la colonna sonora che tutti conoscono. Un jingle evergreen che tutti, nel proprio immaginario, hanno canticchiato per aggiungere una divertente tensione alle proprie “mission impossible” della vita. Fa sorridere, ti senti nel posto giusto al momento giusto. Un ciclo iniziato nel 1996 (Mission: Impossible, Brian de Palma) che vede l’indistruttibile Tom Cruise nei panni della spia Ethan Hunt nel compimento della sua, apparentemente impossibile/fino all’ultimo secondo ovviamente, missione di salvare il mondo. Siamo sempre stati abituati così, ma dallo scorso episodio (compreso) assistiamo ad un cambio di regia, che lentamente ma non troppo, toglie ogni sorrisino sarcastico, e pone il film in un’altra chiave pur mantenendo la propria natura di action movie.

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Al timone di questo sesto adrenalinico episodio troviamo Christopher McQuarrie, premio oscar nel 1996 per la miglior sceneggiatura originale de I soliti sospetti (1995), che impone prepotentemente e positivamente il suo tocco, curandone la regia e la sceneggiatura. Le aspettative vengono felicemente ripagate dalla presenza di una trama interessante e strutturata. Non assistiamo più ad una asettica prevalenza degli effetti speciali o ad una manifestazione di prodotti e mete di prestigio per soddisfare gli sponsor con un irragionevole product placement (vedi i precedenti M:I o 007). Tom Cruise, non più giovanissimo, giunto alla veneranda età di 56 anni, si sposa perfettamente con il suo alter ego spia, invecchiato e stanco che resiste alle botte e alle paure degli spettri del suo passato grazie alla solita fortuna, questa volta coltivata con l’esperienza.

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Una trama che per tutto il film si articola in un incalzante susseguirsi di situazioni che onda dopo onda scalfiscono anche il più restio degli spettatori. Un action movie da manuale sapientemente bilanciato, tra momenti adrenalinici, di tensione e intermezzi spezza-ansia divertenti o al servizio della trama/personaggi. Una brillante fiera delle attrazioni inverosimili, con gadget avveniristici, inseguimenti mozzafiato, la solita e malsana attitudine a trovarsi in posti vertiginosi e del plutonio scomparso che mette a repentaglio l’umanità. Una sovrapposizione di spionaggio e contro spionaggio tra i cattivi (cattivissimi) e le agenzie governative. Un doppio, triplo e quadruplo gioco in puro stile spy story, dove fino all’ultimo nessuno sa chi sbroglierà la matassa per salvare l’umanità messa in pericolo da una setta potentissima che invoca “una grande pena per ricostruire una grande pace”. Solo Ethan Hunt, appeso come sempre, in tutti i sensi, tra il fallimento e il successo, potrà sventarla nella sua mission impossible, fino all’ultimo secondo, per salvare il mondo. Ce la farà?

Grazie


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