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Fuori – Ministri

Il disco, con le sue 12 tracce e i suoi 52 minuti di durata (forse anche troppi), segna una maturazione e una mutazione del gruppo Milanese, che, archiviate, almeno in parte, le urla e la rabbia nuda dei primi lavori, ci regala un cd arricchito anche dai synth di Davide Tessari (Vorrei Vederti Soffrire, Gli Alberi) e dall’uso decisamente maggiore rispetto al passato di chitarre acustiche, tastiere e batterie elettroniche.
Doveroso parlare anche dei testi della band, che, lo ricordiamo, ha scelto l’italiano per tutte le loro canzoni. Questi sono interamente scritti dal chitarrista Federico Dragogna, eccezion fatta per Gli Alberi, firmata da Davide Autelitano.

E anche nelle liriche la maturazione è evidente: persa l’immediatezza dei primi lavori, quasi punk, il trio ci propone un album che per certi versi ricorda il cantautorale, pur non abbandonando i temi da sempre a loro cari: politica, disagio generazionale e sociale, alienazione metropolitana.

Dopo aver premuto il tasto play, siamo accolti dal suono duro e compressissimo, quasi dance addirittura, del rullante Il Sole. Il cambio di stile è evidente: i tre (ex-)ragazzi di Milano hanno imparato di poter essere più di un puro e semplice gruppo rock. Nonostante questo, resta comunque uno fra i pezzi più duri e “ministrici” di tutto l’album.

Nettamente diversa è invece la seconda traccia, Gli Alberi, più lenta e riflessiva, almeno fino all’esplosione del ritornello: «Noi saliremo sopra agli alberi e sputeremo in faccia a chi ci seguirà». Qui la mutazione di stile del gruppo è manifesta; il brano è caratterizzato da sonorità più rarefatte e raffinate con synth e chitarre acustiche. Sicuramente non il solito pezzo dei Ministri.

Sugli stessi toni anche il pezzo seguente, Vestirsi Male, ancora più cantautorale e meno rock.
Segue l’ottima e quasi-title-track Noi fuori, un’autentica scarica di adrenalina, caratterizzata da un testo anaforico con il quale i Ministri, con l’attitudine di sempre, criticano i modelli sociali e politici da cui si sentono, appunto, fuori.
Per il finale non si risparmiano nemmeno le urla tanto care ai fan dei primi due album; Il gruppo suona sempre molto compatto e senza sbavature.

Passiamo a Tutta Roba Nostra il cui video è in rotazione su MTV (il contratto con la Universal si fa sentire). Pezzo molto interessante dal punto di vista delle sonorità, con cori ridondanti che si fissano in testa. Un pezzo davvero molto riuscito, che sintetizza il nuovo stile della band, e ne è il più fulgido esempio su questo album.
Segue Le Città Senza Fiumi, specie di folk-ballad aperta da una particolarissima tastiera, che però non convince del tutto. Molto meglio la linea vocale, fra le migliori sull’album. Siamo alla traccia 7, Una Questione Politica che suona un po’ come un contentino per i fan dei Ministri-old-style, ma che nel complesso resta un pezzo piacevole.

La segue Due Dita Nel Cuore pezzo non eccelso dal punto di vista prettamente musical-compositivo, ma dall’ottimo testo, memorabile il ritornello «Cacciati due dita nel cuore e vomita».

Arriviamo alla traccia 9, La Petroliera, altra ballata, sinceramente pop, caratterizzata dal massiccio uso di batteria elettronica. Brano davvero molto riuscito, che emoziona già al primo ascolto. Il decimo pezzo è Mangio la Terra che denota un ritorno al vecchio suono, pur soffocato, come anche la canzone seguente, Che cosa ti manca. Ultimo brano Vorrei Vederti Soffrire, che a dispetto del titolo che promette rabbia quasi metal, è un acustico, abbastanza poco incisivo.
Dopo un paio di minuti di silenzio parte ghost track La televisione, che potrebbe essere tranquillamente una canzone uscita da Tempi Bui.

Insomma,un album decisamente meno rock e più pop rispetto ai precedenti lavori della band milanese che pecca non tanto nella succitata anima pop quanto nel non funzionare sempre in questa forma. Ma d’altronde non si può fare la stessa cosa per tre album e un cambiamento era doveroso.

Cd comunque nel complesso godibilissimo e sicuramente meritevole di un ascolto approfondito.

Vorrei spendere due parole per il booklet davvero molto bello e con delle splendide foto di Jacopo Farina. Vale la pena comprarlo.

Grazie


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