Con il sesto film in concorso al Noir in Festival di Courmayeur, il Capodanno si festeggia in anticipo. Sì, perché in Mi Gran Noche una troupe televisiva stipa in un capannone cantanti, ballerini, presentatori e moltissime comparse con lo scopo di registrare uno spettacolo per l'ultimo dell'anno.
All'interno di questo spazio coloratissimo e festante, si muovono i personaggi e le loro storie: un cantante ormai affermato, Alphonso, e il suo giovane e belloccio rivale; una coppia (marito e moglie) di presentatori pronti a tutto pur di rubarsi la scena; una bella ragazza additata come iettatrice e un uomo disoccupato chiamato a sostituire una comparsa per un incidente sul set; un killer incaricato di uccidere Alphonso di cui purtroppo è grande fan. Ma questa è solo la superficie, la punta dell’iceberg, perché bisogna farsi travolgere dal vortice di un labirinto di finzioni per svelare, con l'arma dell’ironia, gli inganni e le scorrettezze di questo microcosmo costruito ad hoc in cui tutto è possibile nel segno della falsità.
Álex de la Iglesia, regista spagnolo sempre degno di attenzione per il suo stile grottesco e il suo sguardo cinico, si cimenta questa volta con un film che vuole mostrare l’illusorietà del mondo della televisione e il divario tra quest’ultima e la vita reale. Infatti, mentre all’interno dell'hangar le riprese proseguono fra le esibizioni delle star e le risate finte delle comparse, fuori si scatena l'inferno: una folla di persone infuriate per una Spagna in crisi, in cui il lavoro scarseggia e i licenziamenti sono drastici, assalta il capannone e i furgoncini della troupe. Questo contrasto tra verità e finzione mostra con forza tutta la meschinità dell'ambiente televisivo, non meno crudele di quello esterno, ma coperto da una maschera ingannevole che cela le brutture che vi stanno dietro.
Mi Gran Noche è un film interessante, noir a modo suo, non tanto per la storia, quanto per il black humour e per quel perenne sorriso cinico che è un po’ la firma di de la Iglesia; è un film che riflette sulla televisione e sui suoi meccanismi (a volte perversi) che non smettono di affascinare e irretire il pubblico.
Inoltre, questa riflessione si inserisce perfettamente all'interno di questa edizione del Festival, arricchita da tanta televisione (dalla prima assoluta di X-Files al film evento di Csi) proprio per spingere gli spettatori a interrogarsi sui nostri mezzi di comunicazione e sull'opposizione cinema-Tv, proprio come fa Álex de la Iglesia con Mi Gran Noche.