Marguerite – Xavier Giannoli
Marguerite, film in concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia interpretato da una superlativa Catherine Frot, entusiasma il pubblico in sala grazie alla splendida scenografia che riporta lo spettatore direttamente nella Parigi dei primi anni del Novecento; all’ottima interpretazione dei personaggi, composti, eleganti ma al tempo stesso divertenti nonché alle sensazionali melodie che accompagnano tutto il corso delle scene.
Marguerite, ricca aristocratica con la predilezione per il canto, è una persona dolce ed emotiva, catturata dal sogno dell'opera lirica, nel cui ambito cerca disperatamente l'affermazione quale rimpiazzo per le poche attenzioni ricevute in vita sua da un marito che, solo sul finale, riuscirà a dimostrare apertamente i propri sentimenti nei confronti della donna. Ingenua ed illusa, ma anche buffa e divertente nella sua utopia, Marguerite infonde nello spettatore un senso di tenerezza e contemporaneamente di imbarazzo nel momento in cui quest’ultimo si accorge dell’aura di ipocrisia che pervade il ricco mondo intorno a lei. Nonostante lei fosse, senza rendersene conto, particolarmente stonata, nessuno aveva infatti il coraggio di comunicarle sinceramente la sua poca attitudine per la carriera artistica, neppure nel momento in cui stava per essere ingannata da giovani artisti senza scrupoli che si servivano di lei esclusivamente per fini provocatori e di rottura del sistema.
Una continua umiliazione alla quale dovrà sempre sottoporsi Marguerite sotto l’occhio dispiaciuto ed impietrito di un marito che, lungi dall'essere indifferente e distaccato nei suoi confronti, tenta con ogni espediente di proteggerla dalla malignità e dalla derisione altrui. La protagonista si ritrova così a condurre una vita finta, distaccata dalla realtà, nascosta dietro una velo di convinzione che nessuno osa strappare nel timore di arrecarle un dispiacere, che la esporrà sempre più alle cattiverie di chi per convenienza la circonda. Una solitudine dunque che potrà essere colmata solamente dall'affetto del marito di cui lei era sinceramente innamorata e che non l’abbandonerà nel momento di maggiore difficoltà.
Un genere tragicomico che suscita in chi lo osserva una serie di emozioni oscillanti tra una situazione di disagio per le delusioni di Marguerite ed un senso di ilarità per il modo in cui la stessa donna affronta la propria condizione, quasi come nella fantasia di un bambino che, nella paura di scontrarsi con una triste realtà corre a rifugiarsi in un mondo di immaginazione e di speranza. Una pellicola che conquista e convince per compostezza ed eleganza, ma anche per quel senso di ingenuità e fanciullezza nella realizzazione di un sogno che il regista ci invita a non perdere mai.