The End Of The Rainbow – Marabou
Un particolare tipo di cicogna catanese
Giovanni Alessandro Spina, la persona che si cela dietro al progetto Marabou, è dal 2004 che fa musica e questo bagaglio di esperienze, di conoscenze e di vita vissuta “sonicamente” si sente nettamente in questo suo The End Of The Rainbow.
Un album pregno di cose belle per il catanese, che mette in piedi una costruzione fiabesca ed eterea, una sorta di architettura del suono dove le finestre sono ampie e permettono di vedere un panorama sconfinato intorno a sé. Into the Blue, il secondo pezzo, inizia con una sorta di pulsante vibrato che arriva direttamente dal profondo dell’oceano, una specie di stella pulsar sottomarina che ci manda un messaggio dagli abissi. Ed anche la voce, quasi soffocata, del tutto marina, non fa che aumentare questa sensazione di stare, mani, piedi e cuore ben al di sotto del pelo dell’acqua.
Anche in Laboon, la settimana canzone, questa attenzione per le sonorità, realizzate quasi con la cura che un valente artigiano pone nel costruire un tavolo, si sentono con evidenza. Giovanni Alessandro Spina ci fa strada nel suo personalissimo mondo, costruito a sua immagine e somiglianza, immagine e somiglianza di una mente ardente e labirintica, quasi quanto Catania, la città da dove proviene. Shake, la traccia successiva, è un altro “pezzo di bravura” del siciliano, attento a non sfociare mai nelle aride lande dello sperimentalismo ma, librandosi alto nel cielo (proprio come il Marabou, un particolare tipo di cicogna) mantenendo costantemente il contatto visuale con il terreno, come un bambino che lascia andare volontariamente il proprio palloncino colorato, “per vedere l’effetto che fa” seguire il suo volo tra le nuvole.
The End of The Rainbow è un disco davvero elegante, ideale da ascoltare a fine giornata quando, in coda in macchina oppure stretto negli scompartimenti della metro, tutto sembra più scuro, più nero e più faticoso: la voce che arriva dal profondo del catanese ci dirà che «c’è luce anche negli abissi, non la senti pulsare tra le onde scure?».
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