MARCO PARENTE, 18.10.11, Teatro C, Videotape, Livorno

Mad Dogs – Lip Colour Revolution

Prima o poi i Livornesi ci devono confessare che aria misteriosa respirano o quale alimento consumano per produrre cosi tanta buona musica. N_sambo, Walrus, Bad Love Experience sono stati protagonisti negli ultimi anni della scena indipendente italiana. E c’è un’altra band, attiva oramai da quasi 9 anni, che si va ad aggiungere a questo ispirato gruppetto: I Lip Colour Revolution.

I Lip Colour Revolution si formano nel 2003 guidati dalla voce di Filippo Infante (che si occupa anche dei synth) con Cristiano Tortoli alle chitarre e al piano,Gianni Niccolai al basso e Leonardo Nesii alla batteria. Nel 2008 avviene il debutto con un album eponimo, mixato da Giulio Ragno Favero, (One Dimensional Man – Il Teatro degli Orrori), che portava a galla l’amore della band per la scena musicale di Seattle dei primi anni ’90, oltre che a mettere in luce le capacità tecniche e di composizione del gruppo.

A due anni di distanza dall’Ep acustico Dusty Days, il quartetto livornese ritorna con un nuovo Ep intitolato Mad Dogs (titolo che sta ad indicare una certa irrequietezza e libertà artistica) che è una sorta di anticipazione del nuovo album e segna un ritorno alle sonorità del primo lavoro, con un’evoluzione di tipo elettronico che va a rinvigorire, con risultati apprezzabili, la sezione ritmica.

Il primo pezzo As Far You Can See, mette subito in mostra questo cambiamento e rafforzamento: un inizio “tranquillo” che fa salire in cattedra la voce di Filippo Infante e poi l’esplosione con basso incisivo, chitarra e batteria aggressive ma mai invasive. La successiva Free The Snakes, dall’intro minaccioso, riprende nel ritornello la struttura del pezzo precedente, mentre nelle strofe e in alcuni frangenti delle parti strumentali il post-grunge si colora di psichedelia (inteso più per la struttura di sottofondo che per il suono in se), che ricomparirà anche nel finale del pezzo successivo. Uno dei momenti più interessanti dell’ep.

Ma il pezzo forte arriva con Lost Children, un brano che vira più verso uno stoner-rock in pieno stile Kyuss. Più o meno la stessa strada segue la successiva Mem’ry of an opium eater, anche se questa volta la vicinanza è più con l’evoluzione dei Kyuss, ovvero i Queens of the Stone Age. Le citazioni sono un semplice modo per descrivervi il suono, ma la personalità del gruppo resta inalterata. L’Ep si conclude con la potenza quasi hardcore di Mr DeafMan.

I Lip Colour Revolution sfornano un lavoro di una sublime irruenza, dosata e calibrata senza far evaporare la cattiveria che traspare da tutti e cinque i pezzi. L’unico appunto che si può fare riguarda alcuni ritornelli, un po’ troppo ridondanti, ma nel complesso c’è da aspettarsi un interessante secondo album, soprattutto se si segue la starda di Mem’ry of an Opium Eater.

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