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L’esperienza segna – Soluzione

I Soluzione sono uno di quei gruppi che mettono in difficoltà chi deve scrivere di musica, in quanto hanno il pregio di cavalcare i generi: la loro musica si potrebbe definire un grosso contenitore, che la band riempie con vari tipologie di suono, ma senza presenza di forzatura, grande pregio che va riconosciuto al collettivo veneto. E questo lo potrete ben ascoltare nel loro lavoro “L’esperienza Segna”. Ma prima di parlarvi dell’album, è necessario qualche accenno biografico.

I Soluzioni provengono da Mestre, ma da qualche tempo vivono in pianta stabile a Roma. La line up è composta da Luca Nuzzolo (Voce e programming) Max Renzi (Batteria)e Massimiliano Gazzani (Basso e Synth). Nascono alla fine degli anni ’90, su inziativa di Luca Nuzzola, proveniente dall’esperienza new-wave con i Trans. Nel 2003 la svolta con la fondazione, da parte di Luca insieme a suo fratello Massimiliano, della label Jost, etichetta che si occupa di musica, letteratura e cinema riunendo artisti di svariata natura per lanciare progetti originali in cui le varie discipline artistiche interagiscano tra loro. Nello stesso anno arriva l’album d’esordio “Ciliegia” e, dopo vari live, collaborazioni e uno spettacolo teatrale, attiva L’Esperienza Segna.

Le sonorità di questo album hanno essenzialmente due basi: una cantautoriale, in cui si riflettono le capacità di scrittura (i testi, come dichiara la stessa band, sono riflessioni sulla vita sia a livello intimista che a livello sociale) nella quale si riflette una certa attitudine acustica; l’altra è quella pop-rock, un richiamo alla tradizione italiana, ma senza scadere nelle banali strutture classiche: di facile presa, ma di complessità compositiva. In mezzo a queste due anime, vengono introdotte le più diverse contaminazioni: echi edulcorati di post-punk e un certo mood oscuro di alcuni pezzi che si rifà alla darwave, frammenti di strutture progressive, le incursioni elettroniche e pischedeliche.

Si comincia con la title-track, L’Esperienza Segna: inizio rumoristico e soffocante, che viene smorzato dalla chitarra e dalla voce melodica di Luca Nuzzolo; un pezzo complesso in quanto si ritrova l’elettronica che nelle strofe contrasta con la melodia che poi prevale nei ritornelli e ancora nelle parti strumentali ricalcando il filone progressive a cui accennavo prima.

Anni Settanta, piccolo “saggio” sull’evoluzione della società (e che vede la collaborazione di Mao nella versione bonus), è un pezzo più “classico”, nel quale l’armonia prende il sopravvento, tranne per il finale un po’ più disturbato. La successiva Come Cade Chi, è fra i brani più interessanti dell’intero lavoro: ritmi accelerati (qui si possono sentire le influenze post-punk), interpretazione vocale ottima sostenuta da precisi back vocal e finale smorzato, sussurrato e semi-psichedelico che contribuisce a quella drammaticità di fondo del pezzo.

Non ci allontaniamo molto dal precedente pezzo con Cosa Dire, se non fosse per l’inizio “sperimentale” e una sezione ritmica più sostenuta e caricata soprattutto nelle parti strumentali. Facili Forme, è un brano dove sono i synth a fare la differenza, a rendere ancora più teatrale e malinconico il pezzo: una sorta di ballata alternativa con uno dei testi meglio scritti e che trova il culmine nella frase “La disattenzione crea facili e scontate forme di mediocrità”.

Gene (versione bonus track con Federico Fiumani), è un’altra ballata ma emotivamente più intensa: questo è dovuto soprattutto alla presenza di un pianoforte minaccioso e la dilatazione dei ritmi (gran lavoro della batteria). Intermezzo Uno mette in risalto la vena sperimentale del gruppo: prevalenza di elettronica con incursioni psichedeliche, tendenti al lisegico. In forma diversa, i synth prenderanno il sopravvento nell’inquietante Luce, altro pezzo da annoverare fra le eccellenze di queste disco, e nell’intro della splendida Pensiero in Movimento (nella quale si ritroveranno le divagazioni “psych”), nella quale va lodato il ruolo della chitarra e il testo, una bella riflessione sulla libertà d’espressione.

Una fastosità elettro-orchestrale caratterizza le strofe di Infettami, che nel ritornello cambia faccia con strutture quasi grunge per la potenza ritmica. In pieno stile darwave ripiombano i synth con Tutto e Nulla, che in seguito si trasformerà un incalzante post-punk, stile in cui la band regala le migliori performance. Ma il pezzo, di fondo, ha una struttura progressive per la durata che permette accelerazioni frenetiche e decelerazioni ruvide.

Il Disco si chiude con Un Bacio, pezzo dall’apparente semplicità ma in realtà molto destrutturato (una parte del finale ricorda molto Creep dei Radiohead) e Alta velocità, brano nel quale i soluzione riversano la loro anima psichedelica, con quel velo di oscurità che resta sempre di sottofondo.

Un album compatto, seppur variegato e che mette in evidenza un’ecletticità sfruttata al meglio con un progetto ben definito alle spalle. Troverete forma e sostanza, e “L’esperienza segna” è il prodotto del loro intreccio.

Grazie


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