Land of Mine – Sotto la sabbia – Martin Zandvliet
Accompagnato da una pioggia di premi, tra cui il trionfo ai Robert Awards scandinavi e una nomination al Toronto Film Festival, Land of Mine è un potente dramma bellico ambientato al termine della Seconda guerra mondiale. In Danimarca, un gruppo di giovanissimi soldati tedeschi viene costretto, pena la morte, a disinnescare le mine piazzate precedentemente dai loro commilitoni lungo le spiagge; a sorvegliare i ragazzi uno spietato sergente, disposto a vederli morire pur di esternare la propria voglia di vendetta. La loro esperienza in guerra non conterà più nulla, saranno solo ragazzini davanti a una mina attiva.
La scelta di utilizzare il titolo internazionale è da apprezzare: la sua doppia lettura (la mia terra e la terra delle mine) veicola perfettamente il messaggio del film. Proprio su quel dualismo fa leva il regista e sceneggiatore Martin Zandvliet: con uno sguardo lucido ed assolutamente neutrale getta luce sul sentimento di vendetta che esplode come una mina antiuomo contro il popolo tedesco; la feroce rivalsa dei danesi (nella storia personificata dal sergente Rasmussen) non è cieca e irrazionale, bensì pianificata e costruttiva, ma letale. Il loro desiderio di uccidere i prigionieri tedeschi (e la giovane età non fa eccezione) contrasta col loro interesse a tenerli in vita per disinnescare le mine nel proprio Paese.
Ma il film ci ricorda che nonostante tutto siamo esseri umani, come dimostra il graduale legame che si instaura tra il sergente di ferro e i ragazzi: un sentimento di compassione lentamente si fa strada nel cuore del militare, arrivando a riconoscere il valore di giovani vite umane al di là delle colpe commesse dai loro conterranei. Ancor più interessante è quanto questo legame sia in realtà fragile: in queste circostanze, basta poco perché egli si senta tradito.
A fronte di questo, il film si compone di immagini che penetrano come un proiettile e lasciano un segno che non si dimentica facilmente; da un lato certamente quelle della paura celata negli occhi dei ragazzi, della brutalità del sergente e della loro sofferenza fisica, dall'altro le spiagge e gli spazi aperti della Scandinavia, fotografati in modo freddo e asettico, che in altri contesti apparirebbero un paradiso.