In concorso alla trentaquattresima edizione del Torino Film Festival Lady Macbeth di William Oldroyd, melodramma gotico ispirato al racconto di Nikolaj Leskov Lady Macbeth del distretto di Mcensk, è un film incentrato su una giovane donna e sulla sua voglia di indipendenza ed emancipazione. La fantastica protagonista Florence Pugh ci offre un’interpretazione magistrale di un’eroina sanguinaria pronta a tutto pur di vivere a modo suo.
Campagna inglese, 1865. Katherine (Florence Pugh) è costretta a sposarsi a diciassette anni con un ricco proprietario terriero che non la degna di attenzioni e la evita. La giovane perciò, annoiata dalla routine giornaliera e intrappolata in un mondo sterile e patriarcale, sposta il suo interesse verso un aitante operaio (Cosmo Jarvis) alle dipendenze del marito. Tra i due nascerà una passione travolgente che porterà Katherine a far emergere la sua indole più ancestrale e irrazionale.
Oldroyd, acclamato regista teatrale inglese e oggi alla guida del London’s Young Vic Theatre, firma un’opera maestosa, perversa e seducente. Tutto ruota intorno alla protagonista, un coacervo di affascinanti contraddizioni. La pellicola segue la lenta ma inesorabile metamorfosi di questa dark lady dal viso angelico che, gradualmente, mostrerà la sua natura: un’autentica Lady Macbeth. Per difendere il suo amore (che si rivelerà essere una morbosa ossessione) ricorrerà a tutti i mezzi in suo possesso arrivando perfino ad uccidere e a coinvolgere in questo gioco fatale l’oggetto della sua fisima.
Gli attori sono creta nelle mani di Oldroyd che riesce a farci sprofondare nella storia, mai banale o troppo pesante, con leggerezza e ritmo. Inoltre, attraverso un uso sapiente di colori e riprese, è stato in grado di “dare giustizia” a tutte le inquadrature rendendole dei veri e propri quadri viventi. La sceneggiatura, essenziale e potente, è del giovane talento del teatro inglese Alice Birch che ha costruito con abilità un’intricata rete di pensieri espressi tramite silenzi e gesti. Pensieri che trovano libero sfogo e nutrimento nel suggestivo paesaggio della brughiera inglese, territori misteriosi e selvaggi che amplificano la solitudine di Katherine e rievocano romanzi quali Jane Eyre o Cime Tempestose.
Lady Macbeth, nonostante sia ambientato nel 1865, è una pellicola estremamente moderna in quanto riesce a rovesciare i canoni dei film in costume e a dare voce ad una giovane donna senza controllo, anarchica e sorprendentemente artefice del proprio destino.