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La storia della principessa splendente – Isaho Takahata

Alla Quinzaine anche l’ultimo lavoro d’animazione dello Studio Ghibli che segna il ritorno (e ahimè probabilmente l’addio) alla regia di Isao Takahata, co-fondatore con Hayao Miyazaki del celeberrimo Studio giapponese, e regista, tra gli altri, del classico La tomba delle lucciole e di Pom Poko. Dura otto anni questa impresa, nel più assoluto silenzio dello Studio Ghibli, otto anni per mettere in scena una delle favole fondamentali per la gioventù giapponese: Taketori monogatari, letteralmente “Il racconto di un taglia bambù”. Questo racconto, favola, fiaba ha per protagonista Kaguya, minuscola creatura arrivata dalla Luna e trovata in una canna da bambù da un vecchio tagliatore. Viene accolta da lui e sua mogli, quella piccola creatura cresce a vista d’occhio fino a diventare una bellissima donna ed inducendo i nuovi genitori ad iniziarla alla vita di corte. E’ corteggiatissima ma nessuno si mostra alla sua altezza. Così nella luce della luna la giovane andrà incontro al destino, svelando ogni mistero dietro alla sua magica origine.

Il film è un delizioso affresco ricco di colori opachi, quasi un acquarello, con un paesaggio altero ma immobile. Sono disegni e personaggi piccoli ma carichi di particolari e di tinte. Allo stesso tempo è una magica visione della natura, in cui il bambù ha un ruolo fondamentale perché pianta debole ma resistentissima, proprio come la delicata Kaguya quasi un’anima stessa della natura, segno di una forte concezione panteistica. La sequenza della sua crescita sconvolge e toglie il fiato, commuove. Apri gli occhi da piccolo e in un secondo sei adulto. Così come i disegni amanuensi della pellicola, sempre più scarni ed essenziali, quasi fossero una specie di ideogrammi impressionistici. Il grande vecchio è così alla continua e spasmodica ricerca di fascinazione, atmosfera e lirismo, aiutato anche dalla solita sublime colonna sonora di Hisaishi, che amalgama magicamente i disegni.

Nonostante l’origine prettamente giapponese questo è un film per tutti perché è solamente una fulgida fiaba di formazione, una storia sull’ineluttabilità del nostro destino e delle nostre scelte. Fratello dell’ultimo straordinario Miyazaki l’epilogo della carriera di Takahata è un’opera gigantesca e allo stesso tempo intimissima. I primi minuti e l’ambiente in cui la principessina inizia a vivere sono un simbolo, quasi definitivo, dei luoghi più personali di Takahata e Miyazaki come la corsa disperata di Kaguya fino alla sua ascesa. L’unica tristezza è che bisogna obbligatoriamente diventare grandi, non solo noi ma anche lo stesso Takahata… Il vento si è alzato e la luna risplende. Un addio dolcissimo a un’epopea che mai tornerà ma che mai morirà, fin che avremo voglia di emozionare ed emozionarci guardando un disegno che si a(ni)ma.

Grazie


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