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La Rançon de la Gloire – Xavier Beauvois

La Rançon de la Glorie è un film francese di Xavier Beauvois, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. È una commedia agrodolce, a tratti grottesca, che racconta in modo scanzonato e rocambolesco il furto della salma di Charlie Chaplin. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti nel 1978, sulle rive del lago di Ginevra. Lì due disperati, un ex galeotto e un padre in difficoltà, decidono di tentare il colpo per dare una svolta alle loro vite: rubare il corpo del grande Charlie Chaplin, appena scomparso, e chiedere alla sua famiglia il riscatto. Il piano li porta da subito ad affrontare avventure tragicomiche e al limite del surreale, rivelando la goffaggine di questi criminali improvvisati. Per i due le cose precipitano in fretta e il loro arresto diventa inevitabile; ma quando tutto sembra perduto, il loro avvocato ridà loro un po’ di speranza.

La trama è a tratti un po’ scontata, e ci ricorda tante dark comedy già viste in passato: dal tema della morte (Funeral Party) ai due perdenti col cadavere (Weekend con il morto) fino al furto di una salma (L’ultimo Crodino, presentato sempre a Venezia). È immancabile inoltre la classica storia d’amore che porta alla redenzione di uno dei protagonisti. Qui la fiamma è interpretata da Chiara Mastroianni (presente a Venezia anche in 3 Coeurs).

Il regista punto tutto sulla verve dei due attori protagonisti, che strappano qualche risata, ma che alla lunga un po’ annoiano. Per tutto il film si sente forte la presenza di Chaplin, specialmente nel finale, quasi fosse un terzo protagonista nella storia. Una presenza ingombrante, che quasi sovrasta l’intreccio in sé. Le sue immagini, le citazioni dei suoi film abbondano e persino i protagonisti si paragonano a lui come due moderni Charlot.

Nota positiva è la presenza nel film dei luoghi reali di questa storia: la casa della famiglia Chaplin, il cimitero dove la salma venne trafugata e persino il luogo del ritrovamento sono quelli originali. Tutto ciò è stato possibile grazie al supporto della famiglia Chaplin, che ha anche fornito la corrispondenza originale coi ladri al regista. Il figlio della star Eugene Chaplin ha inoltre sostenuto il film con la sua presenza all’anteprima veneziana, dove ha spiegato le ragioni per cui la famiglia ha scelto di appoggiare il film.

Nonostante queste ottime intenzioni però il risultato finale è una commediola mediocre, buffa ma senza picchi di originalità, che sembra girare tutto intorno alla figura del mito di cui parla; tanto da rendere difficile per il pubblico capire se questo film sia un omaggio a Chaplin o la storia del furto del suo corpo. Su questo film rimane quindi poco altro da dire: Charlot è eterno e impresso nella memoria collettiva, La Rançon de la Glorie invece verrà presto dimenticato.

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