Kinkaleri – Everyone gets lighter
Dalla stampa alla radio, dalla televisione ai social netowrk, appare chiaro che la comunicazione è un campo dalle infinite possibilità, uno scenario sconfinato su cui si possono erigere mondi paralleli. Questo in teoria. Nella realtà di tutti giorni, soprattutto con l’avanzare degli anni e lo stratificarsi delle situazioni, subentra il demone dell’abitudine e al suo fianco un pensiero stanco e annoiato: “Ci diciamo sempre le stesse cose”.
La performance di Kinkaleri riparte proprio da qui, da quella catena arrugginita che si è fatta giogo pesante: la solleva, la osserva, la studia, poi ne estrae un anello, lo plasma e dà vita a nuove e inaspettate forme; lo fa però senza alcuna divagazione teorica, anzi, rimanendo con i piedi ben piantati a terra, o per lo meno quanto basta.
Everyone gets lighter è un piccolo ingranaggio del più grande dispositivo coreico-comunicativo chiamato, non a caso, All!: si parte dalla leggerezza per compiere uno slancio verso il tutto. Il meccanismo in sé è facile da descrivere: si comincia con un movimento qualunque, come stiracchiarsi, allungare una mano o piegare la testa, lo si stacca dall’involontarietà quotidiana, lo si rende consapevole, poi lo si codifica, fino a trasformare quel piccolo insignificante gesto in una lettera o addirittura un segno di interpunzione.
La breve performance (una mezzora appena) dispiega pazientemente il suo alfabeto, arrivando a comporre parole e “recitare” qualche breve haiku di Kerouac. Per chi non c’era forse potrà sembrare una cosa bizzarra o ancor peggio banale, ma possiamo assicurarvi che nel piccolo foyer dello Short Theatre, a partire dai bambini di tre anni appena fino ad arrivare agli spettatori più attempati, non c’è stato spettatore che non sia rimasto affascinato e divertito da quella strana scrittura aerea.
Marco Mazzoni ha invitato a ripetere l’esperimento a casa, fare esercizio e trasportare quel – stavolta più che mai – body language nella vita di tutti i giorni, ma è chiaro che il piccolo passo compiuto da Kinkaleri è una miccia che innesca ben più grandi deflagrazioni. La performance semi-didattica, infatti, spinge a (ri)scoprire il potenziale espressivo che giace, più o meno latente, in ognuno. Un alfabeto? No una comunicazione sconfinata.
Un consiglio. Per godervi appieno lo spettacolo ricordate che innanzitutto si tratta di linguaggio del corpo, non della voce; perciò non badate tanto a quel che viene detto, concentratevi sul movimento: le parole danzate risuoneranno da sé.
La Pelanda, Roma – 6 settembre 2014