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Jethro Tull @ Asti

Musicalmente parlando i Jethro Tull sono il miglior gruppo rock della storia. L'hanno dimostrato la sera del 14 luglio ad Asti con il loro rock progressive.

Concerto spettacolare, pubblico da grandi occasioni. Lui, Ian Anderson, polistrumentista e vero ed eccezionale punto di forza del gruppo è riuscito perfettamente nell'intento di non dimostrare alla platea la sua età regalando una performance entusiasmante e attivissima. Cornice ottima, in pieno centro storico, appena di fianco alla cattedrale del comune piemontese.

Sembrava quasi di essere a teatro. Non per altro siamo nella città di Vittorio Alfieri, drammaturgo e poeta del ‘’700. Tutti rigorosamente seduti. Pochi posti in piedi. Perché così si ascoltano i Tull! Non fanno musica da ascoltare in piedi, ballando, saltando e cantando. Per apprezzarli pienamente bisogna stare seduti, tranquilli, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che riescono a trasmettere, concentrandosi a pieno su tutti gli strumenti in esecuzione: dalla batteria, alle percussioni, alla chitarra elettrica, a quella acustica, dalle tastiere, al basso, al flauto, allo xilofono; solo così si può apprezzare la loro musica e, se si riesce, ascoltare anche le parole, poesia pura.

Due ore di concerto intervallato da siparietti, teatrali per l'appunto. Tutti i più grandi successi, più un inedito del nuovo disco, per rivivere appieno il trentesimo anniversario dell'album Aqualung, vero capolavoro del gruppo britannico. Sempre Ian protagonista. Sembrava un po' di vedere un cantastorie medievale modernizzato con il suo flauto elettrico e la celebre mossa “alla pellicano” su una gamba sola diventata immagine simbolo del logo del gruppo.

Il cielo non era dei migliori, ma per fortuna l'Aqualung non è sceso dal cielo. È arrivato, alla fine del concerto, solo dal palco. Delirio totale. Applausometro a mille. Saluti e ringraziamenti. Peccato per loro che l'applauso generale e le urla del pubblico abbiano dovuto far tornare indietro il gruppo per un ultimo elettrizzante pezzo, dopodiché, tutti a casa. Tutti soddisfatti, tutti entusiasti, tutti felici. Grazie Ian & co. per averci dimostrato ancora una volta che non si può guardare indietro senza per forza di cose inchinarsi.

 

14 luglio 2011

Grazie


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