Everything goes black
James Gandolfini è morto. Tony Soprano no, sta benissimo
Parliamoci chiaro: è molto difficile, per qualunque spettatore, pensare a James Gandolfini scisso dal personaggio che più gli ha dato fama in ogni angolo di globo: Tony Soprano, il boss della malavita americano che oscilla tra il focolare domestico e i crimini più efferati.
Ed è altrettanto difficile svegliarsi in una caldissima mattina di giugno e leggere che, poco più che cinquantenne, il talentuoso attore di Westwood ci ha lasciati per sempre. Qui in Italia, per giunta. Stroncato da un infarto a Roma. Molti hanno già ricordato la splendida (perché semplice) frase che Tony, in una delle ultime puntate della serie, offriva al suo amico Baccalà per spiegargli cosa, secondo lui, fosse la morte: “Everything goes black”. Una dissolvenza in nero. Un immagine eloquente. Filmica…ma anche televisiva. Fade out. Finisco le danze. Tutti a casa.
Alt. Una precisazione però, prima di chiudere.
James Gandolfini è morto. Tony Soprano no, sta benissimo.
E’ vero, anche lui è fuggito in una dissolvenza in nero alla fine dell’episodio numero 86. Non ci è dato sapere dove sia. Però, ogni tanto, se passate sotto una finestra aperta e sentite uno stereo acceso… ecco, ogni volta che sentite un piano suonare nella canzone che vi posto qui sotto, state sereni e tranquilli. Tony Soprano sta benissimo. Potete proseguire dritti per la vostra strada sentendo la musica allontanarsi sempre di più, per poi svanire. Come fosse una dissolvenza. Fade out.