Forse sarebbe troppo riduttivo etichettare l’ultimo disco dei Tre Allegri Ragazzi Morti semplicemente come un’opera ben riuscita. Certo è anche questo, ma il lavoro che ha portato Davide Toffolo & Co. a creare Inumani (questo il nome dell’album) è, con molta probabilità, il più sperimentale (passatemi il termine) e complesso della band. Non mancano le canzoni riempitive di un lavoro che probabilmente contiene più tracce del dovuto (undici pezzi non sono certo pochi), ma in “Inumani” c’è tanta collaborazione che rende tutto l’album quasi una sorta di concept partecipato, nonostante a tutti gli effetti non lo sia.
Le novità sono diverse, a partire dai componenti della band che diventano cinque (proprio come il fumetto di Toffolo); ci sono tanti artisti e amici dei TARM che hanno prestato i propri talenti al gruppo di Pordenone: Jovanotti su tutti, ma non solo; tra gli altri anche Vasco Brondi (Le Luci della Centrale Elettrica) e Maria Antonietta hanno collaborato a Inumani. È tra i dischi più rock della band che con “Inumani” ha un po’ abbandonato quello stile pop da sempre insito in loro; le chitarre che spiccano alte e a tratti aggressive di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) sono state una tra le chiavi principali che ha intagliato una nuova cornice intorno ai TARM, pur mantenendone inalterato il profilo principale.
“Inumani” è proprio per questo l’album che consacra la compagine di Toffolo e li eleva a band di alto livello; è un disco itinerante che riesce a far viaggiare l’ascoltatore seduto in poltrona, trasformando le strofe in immagini. È quello che accade con il primo singolo: In questa grande città La prima cumbia pezzo in collaborazione con Jovanotti (i due avevano già lavorato insieme in passato), che racconta l’esperienza newyorkese della band riflettendola sulle strade di Milano. Quasi un pezzo on the road dove i TARM accompagnano i propri fan con un sound sudamericano e viscerale.
Più vicino ai toni del passato è invece il pezzo C’era una volta ed era bella con una narrazione vista attraverso gli occhi di una ragazza (concetto questo che ritorna spesso nei brani della band); quasi una storia d’amore pop in pieno stile fumettistico, proprio come piace a Davide Toffolo. “Inumani” porta dunque una ventata di cambiamento sia nel sound che nei testi dei TARM, ma nonostante le novità che presenta ci si affezionerà fin da subito al disco, tanto che dopo il primo ascolto, sembrerà quasi di conoscerlo da sempre.